TRAKS ti invita all’ascolto di cinque dischi che potresti esserti perso: ecco le (ormai celebri) recensioni in breve!

Adam Carpet, “Hardcore problem solver”

adam carpet, recensioni in breveGli Adam Carpet tornano con un ep nuovo di zecca intitolato Hardcore Problem Solver. La band milanese presenta quattro brani che proseguono il percorso nelle viscere della musica elettronica suonata in analogico, con due pezzi strumentali e due cantati, contaminati da diverse influenze che vanno dall’electro-pop al post-rock fino all’elettronica pura. La prima traccia è la furibonda Hector Mann, ricca di colori, con una base dance/hardcore, ma il riferimento del titolo è piuttosto di alto profilo: si tratta del comico scomparso del Libro delle illusioni di Paul Auster. Più tranquilla Miss Prudenzia Young, con qualche influsso new wave. La title track Hardcore Problem Solver richiama alla mente assonanze vagamente industrial e idee cupe alla Depeche Mode. Rock is dead, mambo not chiude con qualche dose di ironia e di nostalgia 80s. Un ep buono e veloce, quello degli Adam Carpet, che mescolano suoni con sapienza e regalano emozioni di tutto rispetto.

Andrea Belfi, “Ore”

Andrea Belfi, recensioni in breveSi chiama Ore il disco che Andrea Belfi ha realizzato utilizzando quasi esclusivamente le percussioni. Un disco composto da batteria ed elettronica, con idee che hanno conquistato il pubblico del Barbican di Londra e della Funkhaus di Berlino (dove Andrea ha aperto i live di Terry Riley). Andrea Belfi è italiano ma vive stabilmente a Berlino dove è pienamente inserito nella scena musicale locale, infatti è stato il batterista dei Nonkeen (la band di Nils Frahm) e ha aperto il recente tour europeo degli stessi Nonkeen. Si parte da Anticline, in cui l’apporto dell’elettronica è molto evidente, con una serie di movimenti allucinatori a fare da sfondo. Si prosegue con una molto più sotterranea Iso, che però ha esiti del tutto tempestosi. Lead prosegue nel discorso in maniera più insistente che potente. Con Ton si gioca in punta di bacchette, puntando sulla velocità. Si chiude sulla “jazzata” Syncline, che sfuma le ultime sensazioni in maniera apparentemente calma. Esperimento interessante e acuto, quello di Belfi, che riesce a far notare le sfumature più che la potenza pura dei propri strumenti.

Ummagma, “LCD”

ummagma, recensioni in breveSi chiama LCD il nuovo ep degli Ummagma, risultato di quattro pezzi e soprattutto di un incontro fondamentale, quello con Robin Guthrie, il multistrumentista cervello dei Cocteau Twins. Il combo canadese/ucraino però apre l’ep con due versioni differenti del nuovo singolo, LCD appunto, che muove il proprio passo un po’ trascinato e le proprie ambiguità in apertura del lavoro, offrendo un bis immediatamente dopo con una versione più “profonda” e risonante confezionata (e allungata) da Dean Garcia. Poi ecco l’incontro: Guthrie si era interessato a Lama, contenuta nel debutto della band Antigravity, e ha deciso di farne una versione alternativa in cui suona la chitarra. Il pezzo conserva la propria leggerezza ma amplia gli orizzonti. Ancora Dean Garcia si dedica al mix di Back to you, particolarmente oscura e calata in ambito drum’n’bass, che chiude l’ep.

The Match, “The Match ep”

the matchEsce The Match e.p. che raccoglie cinque tracce dei The Match, quattro inediti e una cover (Pump Up the Jam dei Technotronic). Sonorità e colori disco, new wave, acid house, e techno-pop, aperti da Lost Memories, traccia ad alto contenuto funk. Piuttosto colorata di elettronica/dance invece Rising Sun, seguita da una Carnival non particolarmente carnivalesca e piuttosto serrata. La cover del classico Pump Up the Jam è resa in toni contenuti, quasi con gusto minimal. Si chiude con caratteristiche non troppo dissimili grazie a Dancing in a Dream, non così sognante come suggerirebbe il titolo. L’ep regala qualche suggestione e un punto di vista ulteriore sull’attività di The Match.

 

Go Ask Alice, “Perfection is terrible”

go ask alice, recensioni in brevePerfection is terrible è il primo lavoro di Go Ask Alice, otto tracce strumentali, composte tra il 2012 e il 2013, registrate e mixate da Matteo Spinazzè con la collaborazione di Curzio Ferri alla batteria e Andera Oggiano alla chitarra acustica. “Perfection is terrible” è il primo verso della poesia “The Munich Mannequins” di Sylvia Plath. Dopo un’Intro piuttosto allungata, si passa a Loud, che si riveste di molti dei crismi del post rock. Close to the river lavora maggiormente in profondità e sulle sfumature. The Shout non grida ma offre piccoli lampi di luce, anche poi si anima d’improvviso. Section Three dardeggia con idee cinematografiche incorporate, e anche Nova propone soluzioni cosmiche. Un risveglio più rilassato è quello di Morning, ma l’avviamento verso ritmi più rapidi è quasi immediato. Si chiude con una sottile e malinconica Nothing to be sad. Un lavoro ben fatto, l’esordio di Go Ask Alice, vario nei modi e nelle scelte.

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