Inner Skin: lanciamo la palla all’ascoltatore
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con gli Inner Skin che hanno pubblicato da pochissimo il loro nuovo singolo dal titolo Lone Sleeper, una carezza che diventa un urlo, un nuovo capitolo per la band che vanta la voce, particolarissima di Alberto Frasson, e che ci ha raccontato qui qualcosa a riguardo.
Fare musica in inglese in Italia può essere complicato, anche perchè, anche sapendo la lingua, probabilmente un testo arriva meno e con meno intensità. Cosa ne pensate?
Hai ragione ma non mi sono mai posto il problema. Credo sia più importante usare il mezzo espressivo più congeniale e poi lanciare la palla all’ascoltatore che se vorrà potrà approfondire e trovare i testi sul nostro portale. C’è sempre il rischio di snaturare la propria espressività cercando di rendere le cose più “facili” all’ascoltatore.
Per esempio, qualche tempo fa c’era una playlist su Spotify che si chiamava Italians Do It Better, che raccoglieva tutti quei progetti con un’attitudine internazionale e testi in inglese. Purtroppo, per assenza di ascolti è stata cancellata. La seguivate? Come mai per voi spopola il pop cantato in italiano ma ci sono così pochi progetti italiani con altre influenze?
Ho sentito qualche bel pezzo ma non sapevo che quella playlist fosse stata cancellata. Credo che la musica purtroppo segua sempre più le regole del mercato, per cui vendi ciò che offri. Se hai molti followers allora hai un valore altrimenti sei sacrificabile. Una visione a mio avviso miope che lascia fuori musicisti validi ma non conformi al sistema moderno.
Ci portate in studio con voi per una giornata? Cosa succederebbe?
In realtà la nostra band ha una genesi atipica slegata da un luogo fisico. Viviamo tutti in zone diverse e lavoriamo a distanza. I brani li ho scritti a casa semplicemente con un microfono, una chitarra e un computer. Poi ho avuto la fortuna di conoscere il nostro produttore artistico Fabio Trentini (Guano Apes, H-Blockx-Le Orme) che grazie alla sua esperienza e professionalità, ha tirato fuori il meglio dal materiale che gli avevo fornito, servendosi poi di Giorgio Ranciaro e Francesco Tripaldi per la registrazione di batteria e basso. È stata una bella sfida ma sta dando ottimi risultati.
Ci spiegate la connessione tra la copertina di Lone Sleeper e il brano?
Luce nel buio, la consapevolezza dell’importanza della condivisione passando attraverso l’introspezione. Lone Sleeper non si rivolge a una persona in particolare, è piuttosto una presa di coscienza sulla naturale propensione umana all’unione, è un augurio, una speranza e una necessità maturata nella solitudine.
Prossimi passi per gli Inner Skin?
Ci riprendiamo da questa sette giorni sanremese di Sanremo Rock dove ci siamo divertiti molto e conosciuto un sacco di bella gente. Abbiamo in previsione la pubblicazione del nostro prossimo singolo Clare, penso verso meta’ ottobre. Stiamo valutando alcuni showcase in giro per l’Europa e ovviamente speriamo di riprendere con una certa regolarità i nostri concerti perche’ e’ li che ci esprimiamo al meglio. Entro fine anno abbiamo in prigetto anche il nostro terzo video.