Abbiamo presentato il loro disco Al mattino torni sempre indietro in anteprima, qualche tempo fa (qui streaming e recensione): i Clamidia sono nati nel 2004 ma cambi di formazione e incidenti di vario tipo, nonché una certa cura dei particolari, hanno fatto sì che questo sia soltanto il secondo disco della carriera della band. Che abbiamo intervistato, come probabilmente avrete intuito.
A quanto ho capito, questo disco ha avuto qualche incidente di percorso, almeno a livello di promozione. Quali sono state le difficoltà maggiori che avete dovuto superare?
Si, io parlerei di inesperienza da parte nostra. Crediamo che in ambito artistico si debba lavorare facendosi coinvolgere dal progetto che poi si dovrà promuovere, in poche parole bisogna crederci, ed essere convinti che il disco, anche per chi lo promuove, abbia un significato importante. Ora con Macramè abbiamo trovato persone che lavorano con professionalità e cuore.
Il disco sembra portatore di una molta tensione e oscurità: quanto c’è di costante, di appartenente ai contenuti classici della band, e quanto di dovuto al momento della composizione delle canzoni?
Il disco è frutto di un lavoro lungo in ambito compositivo, si parla di circa quattro anni, il nostro rapporto con la musica è stato sempre un po’ oscuro, diciamo che in questo ultimo lavoro abbiamo raggiunto in pieno quello che volevamo dire. Abbiamo utilizzato una scrittura evocativa, con immagini frammentate e prive di spazio temporale; i pensieri e le azioni spesso si mischiano e si sovrappongono. Le canzoni risultano quindi aperte alle interpretazioni, alla ricerca, all’intimità.
Questo disco è fondamentalmente un’immersione nei dubbi esistenziali più strazianti, nei drammi dell’età della “presunta” consapevolezza, il tutto connotato dai conseguenti sbalzi emozionali e da stati d’animo di perenne angoscia. Abbastanza denso e monolitico, va “preso” tutto d’un fiato. I personaggi sono quindi spinti all’estremo, condannati dal pensiero dell’impossibilità.
La ragione rimarca una realtà scomoda, e neanche l’illusione della Fede può salvare chi ormai ha deciso che è la carne che comanda. Simbologia e semantica cristiana permeano gran parte del disco, come il tema della croce, visto come un sacrificio glorioso per una memoria eterna (La croce). Il tema della lontananza della chiesa e di Dio dall’uomo (Sotto il diluvio) o la redenzione dai peccati affidata ad un gesto estremo come la morte (Redenzione e grazia).
Il tema dell’amore è trattato sempre come un continuo inseguimento mai appagato, una ricerca, una distanza incolmabile, nata probabilmente da uno sbaglio o da semplice incomunicabilità con l’altrui corpo (Ulisse-Assalti ai Muri-Le Controfigure-La sposa suicida). Altro tipo di ricerca è quella di Spazi Pubblici Per Scambisti…
Fondazione Nuovo Sentiero prende il titolo dall’opera di Philip K Dick “A scanner darkly”, si rivolge a tutti quelli che inseguono illusioni per colmare vuoti, scritta nel momento in cui le illusioni cadono e la ragione appare spavalda.
Clamidia: è difficile fermarsi una volta che si inizia a suonare
Nel disco ci sono testi che si confrontano con argomenti religiosi, per non parlare della copertina. Da dove nasce l’esigenza di canzoni di confronto, magari anche soltanto laterale, su queste tematiche?
Bene o male noi tutti abbiamo avuto un’educazione di impronta culturale cristiana. Questa tradizione è ricca di simboli e messaggi molto profondi, si forse a volte è stata un po’ confusa e rimaneggiata, ma se si scruta a fondo si può notare uno gnosticismo fondamentale per comprendere la nostra vita; nel disco questo viene fuori sin dall’incipit, che non caso si chiama La croce, penso uno dei simboli più noti.
La copertina a sua volta è portatrice di questi messaggi, una Maria Maddalena che tra le sue mani stringe o forse protegge un pettirosso. L’esigenza di usare questi messaggi nasce proprio dal voler arrivare a fondo nella comprensione dell’essere umano, un uomo, una donna, che spogliato di tutto si guarda di fronte a Dio. Gli arrangiamenti non fanno altro che da sostegno a queste tematiche ricche di tensioni.
Visto che la realizzazione del disco è ormai vecchia di qualche mese, a che cosa state lavorando ora? Avete già nuove canzoni?
Sì è difficile fermarsi una volta che si inizia a suonare. Attualmente stiamo lavorando a cose molto diverse e su vari fronti, certamente ci sono già nuovi brani, invito comunque i lettori e la redazione di TraKs a tenersi aggiornati attraverso le nostre pagine web sulle novità in cantiere dei Clamidia.