Malamanera è un progetto musicale avviato nel 2014 dopo alcuni anni di incubazione: Gianluca De Vito, chitarrista e autore, trascorsi vari anni tra il Nicaragua e il Costarica, ritorna in Italia e con la cantante e autrice Letizia Papi assembla un repertorio di musica e testi originali scaturiti dalle esperienze artistiche e umane vissute in parti opposte del mondo, ma in sintonia creativa e di valori.

Con l’aiuto di Jury Carmignani (basso), Emiliano Pasquinucci (fisarmonica, tastiere e flauto) e Leonardo Orlandi (batteria e percussioni) è arrivato così Il primo passo, disco che è possibile ascoltare in streaming a fine pagina. Prima, però, qualche domanda ai Malamanera.

Potete riassumere la storia della band fin qui?
Ciao a tutti sono Gianluca chitarra e voce dei Malamanera… L’idea dei Malamanera è nata al mio ritorno da una lunga esperienza di vita in Centroamerica (Costarica e Nicaragua) e da vari progetti musicali che avevo avuto là (Karikakos, Interiorama, Santas Raices).

Da piu di trent’anni infatti un amicizia profonda mi lega a Letizia Papi (cantante e co-autrice dei Malamanera) e conoscendone bene le doti, la prima cosa che ho fatto appena rientrato è stata quella di chiederle quanta voglia avesse di mettere le mani su testi, poesie, pensieri che negli anni avevo avuto occasione di leggere e di trovare particolarmente originali.

Così in pochi giorni sono nate una decina di canzoni che aggiunte al materiale originale che mi portavo dietro dall’esperienza latinoamericana,sono andate a formare il nucleo di quello che poi,a distanza di pochi mesi è diventato il nostro “Primo passo”.Ovviamente lo step successivo è stato quello di cercare “strumenti” che ci potessero accompagnare nel viaggio e le scelte,iniziali sono cadute su Jury Carmignani al basso, amico da tutta la vita, Matteo Marchi alla batteria e dal fisarmonicista Iliano Lolini.

Dopo pochi mesi però a causa di impegni personali vari, abbiamo avuto la necessità di far entrare nel progetto Emiliano Pasquinucci (Rumori di fondo,Despira) e Leonardo Orlandi, rispettivamente alle tastiere, fisarmonica ed effetti e alla batteria. Con questa formazione quindi, quella attuale, dopo tre mesi di live intensissimi nei quali si è creata l’alchimia perfetta e le sonorità giuste, al ritorno da una trasferta in Baviera, è nata l’idea del disco.

Dopo la pubblicazione a febbraio 2015 quindi è stata la volta del #primopassotour terminato ufficialmente il 13 settembre a Marina di Ravenna (bagno Kuta) e che per una quarantina di date ci ha emozionati, amalgamati e portato a creare quello chè è il suond Malamanera, ovvero questa miscela di rumba, reggae latino, tropical dub, ska, folk e cantautorato che oramai ci contraddistingue e ci ha fatto conoscere in varie regioni con ottimi risultati.
Prossimo passo,un video che uscirà presumibilmente a metà ottobre dove interpreteremo il brano Oh Oh!

Come avete affrontato la lavorazione del disco? Con quali umori e sensazioni? E come vi sentite ora dopo averlo pubblicato?

Guarda,la lavorazione del disco è stata tutta una casualità. Emiliano al ritorno da questo giro in Germania ci coinvolge nell’idea di registrare delle cose, nel suo studio Piombinese (Solaria record). Inizialmente doveva essere materiale per un Demo, solo che dopo la prima sessione ci siamo ritrovati (a nostro avviso) in mano del materiale buonissimo, con il quale abbiamo deciso quindi di registrare un disco vero e proprio.Ovviamente tutto è avvenuto indipendentemente e in autoproduzione, infatti Emiliano si è occupato di tutte la fasi (rec, edit, mix e master).

Questo ha fatto sì che con relativa calma e autonomia, ci ritrovassimo insieme in più occasioni a pensare e registrare di volta in volta, seconde chitarre, voci, cori e strumenti ospiti. Gli umori più importanti sono sicuramente stati quelli della scoperta e del piacere di stare insieme, senza i quali non riusciremmo a continuare il progetto.

Ma anche tantissima euforia di fermare in disco,in maniera molto fresca e spontanea quello che, in nemmeno un’anno, era già diventato il nostro modo di esprimersi e di affrontare temi a noi cari, come il profondo rispetto per la natura, per l’uomo e la donna, l’indignazione per come il sistema e le caste stanno muovendo il mondo intorno a noi, l’importanza della diversità e di non rassegnarsi a quello che si vede o meglio a quello che vogliono farci vedere.
La sensazione più bella sia durante che dopo la pubblicazione è sicuramente quella di essere riusciti a fare un lavoro dignitoso e molto,molto sincero e onesto,con quello che avevamo,che significa che abbiamo ancora tantissimo da dare, ma sopratutto da imparare.

Quali sono state le difficoltà maggiori che avete incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?
Le sessioni live di basso, batteria e chitarra, hanno reso tutto più agevole e snello, e la voce in alcune tracce è stata lasciata “bona la prima”. Chiaramente poi la fase di editing in studio è stata lunga e articolata. Abbiamo imparato ad apprezzare le qualità in fase di montaggio di Emiliano, ma anche la professionalità di ognuno di noi nel ricreare atmosfere e aggiungere dettagli… forse proprio ritrovarsi ed essere concentrati davanti alla “fredda” macchina digitale, è quello che ci ha creato più problemi… oltre naturalmente il lato economico della cosa che siamo riusciti ad affrontare solo grazie all’autoproduzione e a un crowfounding, con la piattaforma “Produzioni dal basso”.

Malamanera, la ciliegina sulla torta

Come nasce “Oh oh”, e perché l’avete scelta come primo video?
Ehehehhehehh… Se non erro è stata la prima cosa uscita fuori dagli incontri con Letizia… mi fa vedere il testo (geniale) e io le rispondo sicurissimo che poteva essere solo uno ska, quindi improvviso tre accordi… ed eccola pronta. Chiaramente gli arrangiamenti hanno trasformato il tutto rendendola un pezzo ballabillisimo e mai banale e le incursioni della tromba di Andrea Lagi(Bluska, Magicaboola) sono la ciliegina sulla torta… O se preferisci il “cacio con le pere”.
Quindi riassumendo, facile all’ascolto, mai banale, suonata bene e storia interessante… Pensa che si doveva intitolare…”Mi sono alzata male”…

Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?

Ovviamente i nostri strumenti (basso, batteria, chitarra elettrica, acustica e classica, tastiere, fisarmonica, flauto), più un piccolo set di percussioni minori (bongos, vibraslap, guiro, shaker, ovetti). Abbiamo avuto qualche ospite,Valerio Iacoboni autore e voce su Mamaqua,Lisa Cini voce su Maldita e Andrea Lagi tromba su Oh Oh! e Flicorno su Mamaqua. In più il lavoro di editing con qualche effetto da parte del “mago degli strumenti a molla” Emiliano e del quale ovviamente non riveliamo niente.

La classica domanda di chiusura: si sa che il grande successo musicale si raggiunge costruendo delle rivalità fasulle (Beatles/Stones, Blur/Oasis, Albano/Romina eccetera). Potreste scegliere uno o più rivali e criticarli, anche per finta, ma aspramente, provocando poi risposte che faranno vendere a tutti molti più dischi?

Si chiamano Bifolchi,arrivano dalla provincia di Livorno,sono giovani,si credono belli,ma sopratutto originali……e sono tutt’altro. Vecchi dentro,bruttocci e sopratutto per niente originali,robe già sentite,chitarre blues che sembra di essere in America e no in Maremma, giri di basso scontati e voce monocorde.
E poi mi ripeto all’infinito… si credono giovani, ma sono VECCHISSIMI. Naturalmente tutto per finta…..jajajjajaja!!!

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