Si chiama Electrodream il disco d’esordio di Maddalena, che insieme al produttore Andrea Muccioli ha confezionato un album (qui la recensione) che riesce a seguire due direttrici differenti: testi d’autore (in inglese) e una fascinazione per elettronica, kraut rock, trip hop. Ecco la nostra intervista con Maddalena.
Puoi raccontare la tua storia fin qui?
Mi sono avvicinata alla musica da molto piccola (infatti mi sono esibita per la prima volta a 6 anni). Dopo alcune esperienze con i Sogni di Meis (rock italiano) , Hosianna Mantra (trio acustico), We Are Us (indie punk duo) ho trovato la mia quadratura nel progetto Maddalena.
Ho sentito il bisogno di lavorare da sola per esprimere al meglio le mie idee senza essere “costretta” a livellare le mie sonorità: non che nelle mie precedenti collaborazioni mi sia mai sentita limitata in alcun modo, ma era davvero ora di camminare solo con le mie gambe. E sono molto felice del risultato.
Mi sembra che il disco suoni molto compatto e coerente: come hai approcciato la scrittura delle canzoni? Sono nate tutte insieme o le hai raccolte nel corso di tempi più lunghi?
Le canzoni non sono nate proprio tutte assieme, un paio sono frutto di recenti collaborazioni con due amici/colleghi che stimo tantissimo personalmente e musicalmente (Simone Pensabeni in Your Heroes e Silvio Pasqualini in Vanity). Beautiful, Deeoboys, Farewell e Sickness sono nate qualche tempo fa in “formato” acustico.
Erano embrioni che poi sono diventati canzoni elettroniche. Candies è la più giovane, l’ho scritta in un’ora e qualche giorno dopo l’ho registrata. Knock è il pezzo che forse alla nascita aveva l’aspetto più diverso e distante ed è, probabilmente, la canzone del disco di cui vado più fiera. Ho raccolto tutte queste canzoni e le ho lanciate in una direzione sonora paradossalmente molto decisa, considerando che il progetto Maddalena è nato come pura sperimentazione.
Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato nel realizzare il disco, se ci sono state?
L’aiuto del mio amico/producer Andrea Muccioli (Stop Records, Stop Studio) è stato molto importante in questo senso. Grazie a lui sono riuscita a rimanere nei binari sonori che volevo seguire e devo dire che le registrazioni sono andate abbastanza lisce ed è stato un periodo molto felice della mia vita. Non posso dire di aver incontrato particolari difficoltà, man mano che registravamo una parte sentivo che stavamo andando nella direzione giusta.
Maddalena: l’insofferenza e le macchine internazionali
Come nasce “Deeoboys”?
Deeoboys nasce sostanzialmente da uno stato di insofferenza nei confronti di una certa “categoria” di persone. Per diverso tempo sono stata a contatto con persone, o meglio personaggi, con cui non mi sentivo libera di essere me stessa e che non mi trovavano alla loro altezza e non ne facevano un gran segreto. Fortunatamente ho aperto gli occhi e ho capito che questo atteggiamento nascondeva una forte invidia nei confronti del mio essere fondamentalmente una persona molto più interessante di loro! Di più non voglio svelare.
Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?
In due parole io utilizzo una tastiera midi, un pc e il programma Ableton live (questo per esibirmi). Per la parte ritmica mi sono fatta aiutare da Andrea, che nasce come batterista acustico ed elettronico e oltretutto fa il fonico e, diciamo, “la manda”! Lo strumento che ho utilizzato per registrare fondamentalmente è una tastiera midi.
Chi è l’artista indipendente italiano che stimi di più in questo momento e perché?
Il primo nome che mi viene in mente è Godblesscomputers (White Forest Records, Fresh Yo!, La Tempesta International). Sarà perché in questo momento apprezzo particolarmente la musica elettronica e la piega che sta prendendo in Italia, ma penso che ciò che mi piace di più dei suoi lavori è il calore che trasmettono, nonostante siano prodotti, appunto, da un computer (con l’ausilio di campionamenti di suoni “veri” come voci per esempio). E’ una macchina internazionale ma che comunque si sente molto vicina.