Un disco dal titolo lungo (Io porto la birra voi portate la sete, qui la recensione) e risposte molto sintetiche alle nostre domande: ecco i Punkoscenico.
Potete riassumere la storia della band fin qui?
I Punkoscenico nascono il 27 marzo 2012 e fanno più o meno quello che fanno tutte le band punkrock semisconosciute. I Punkoscenico un giorno moriranno. Artisticamente.
L’esperienza del disco precedente ha cambiato il vostro approccio a questo disco oppure è rimasto tutto uguale?
L’esperienza del disco precedente ci ha fatto capire che dovevamo puntare a una qualità di prodotto finito decisamente più alta e direi che negli studi di IndieBox MuscicHall l’abbiamo trovata.
Posto che sembra d’intuire che i neomelodici non siano tra i vostri preferiti, quali sono le vostre band di riferimento? C’è qualche emergente italiano che vi ha colpito di recente?
Come avrai probabilmente notato dall’ascolto delle nostre canzoni, il genere che proponiamo non è propriamente di gran moda al giorno d’oggi, quindi giovani che suonino il nostro genere non è che ce ne siano tanti, a meno che per giovani tu non intenda dei quarantenni padri di famiglia, allora vale tutto.
Le band di riferimento le hai a 15 anni quando cominci a suonare e pensi “mi piacerebbe fare musica come questa band o quest’altra”. Chi legge questa intervista e vuole sapere che musica facciamo, ha i mezzi per ascoltarla e se non lo vuole fare o è pigro o non gli interessa. L’unica cosa che deve sapere è che se gli piace il punk rock, noi siamo dannatamente bravi a farlo.
Come nasce “Sereno e disperato”?
Sereno e disperato è in realtà una critica al mondo dei “quaraqquaraquá”, a quelli che “io faccio questo e quello” e in realtà non è capace di fare nulla.
Potete raccontare la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco?
Abbiamo utilizzato una batteria con dei piatti e due bacchette di legno, due chitarre elettriche, di cui una glitterata, un basso elettrico glitterato, alcuni plettri, qualche microfono e delle corde vocali sia intonate che stonate.
La classica domanda di chiusura: si sa che il grande successo musicale si raggiunge costruendo delle rivalità fasulle (Beatles/Stones, Blur/Oasis, Albano/Romina eccetera). Potreste scegliere uno o più rivali e criticarli, anche per finta, ma aspramente, provocando poi risposte che faranno vendere a tutti molti più dischi?
La rivalità non è proprio nelle nostre corde, può sembrare una frase fatta, ma noi siamo veramente così, noi suoniamo per divertirci e cerchiamo di divertirci con tutte le band con le quali abbiamo l’onore di dividere i palchi.
Spesso tutto questo avviene, a volte invece qualcuno si comporta da rock star e dice o scrive cose spiacevoli, Invidia? Fastidio? Problemi gastrointestinali? Non lo sappiamo, ma ci beviamo una birra e crediamo che il problema non sia nostro.