Intervista: Suz, nessuna premeditazione
Susanna La Polla, in arte Suz, ha fatto un nuovo tuffo nel trip hop: il suo terzo lp, Lacework (qui la recensione) fortifica l’ondata di ritorno trip hop che sembra caratterizzare l’ultimissima fase della produzione di un certo settore della musica indipendente italiana (e se non ci credete, ascoltate tra qualche giorno il disco di Armaud, che abbiamo recensito un paio di giorni fa). Ecco le nostre domande e le risposte di Suz.
In che cosa si è distaccata la lavorazione di “Lacework” dai precedenti?
Be’, oltre al fatto che “Lacework” è il primo dei miei dischi che nasce partendo da un pianoforte, a questo terzo album abbiamo lavorato solo Ezra e io, escluso il mastering dei brani per il quale ci siamo affidati a Giuseppe Ielasi.
Appunto: hai scelto di usare per la prima volta il pianoforte, e tra l’altro subito nella prima traccia “Billie”. Puoi spiegare perché?
Il pianoforte in realtà è stato usato per comporre, con l’intenzione di riarrangiare tutto in seguito con synth e macchine, poi in alcuni pezzi suonava così bene che abbiamo deciso di tenerlo. Non c’è stata premeditazione insomma.
I testi del disco nascono fra la Thailandia, Brixton e Bologna: che cosa ti hanno regalato le tre location?
A Koh Tao ho trovato la quiete e il tempo per pensare, meditare, leggere. Brixton, e Londra in generale, hanno arricchito certamente il mio vocabolario inglese e infine Bologna mi ha dato quello che mi dà quotidianamente, ossia la possibilità di ricevere molti stimoli che vengono dai miei affetti o da conoscenti, insomma è la fonte primaria delle storie cui si accenna nei brani del disco.
Suz e i problemi risolti
Come nasce “King of Fools”?
King of Fools nasce dall’osservazione di alcune persone a me vicine ahimé incapaci di vivere nel presente e cogliere la bellezza nelle cose, sono loro che guardano la terra da un’isola lontana e irraggiungibile in mezzo al mare.
Puoi raccontare (in modo comprensibile anche ai non esageratamente tecnici) la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?
Molto semplicemente il mio strumento è la voce, ma immagino non sia questa la risposta che cercavi, dunque ti dirò che dopo aver scritto le ossature dei brani al pianoforte, un vecchio Mola degli inizi del ‘900 suonato amabilmente da Ezra, il tutto è stato riarrangiato in chiave elettronica. Per le ritmiche Ezra ha utilizzato un vecchio campionatore Akai e per i synth un Op-1 della Teenage Engineering e un Kawai sx 240, lavorando inoltre molto sugli effetti per cercare di rendere i suoni più profondi e dilatati.”
La classica domanda di chiusura: si sa che il grande successo musicale si raggiunge costruendo delle rivalità fasulle (Beatles/Stones, Blur/Oasis, Albano/Romina eccetera). Potresti scegliere uno o più rivali e criticarli, anche per finta, ma aspramente, provocando poi risposte che faranno vendere a tutti molti più dischi?
Onestamente non mi viene semplice anche perché gli artisti o le band che hanno una sensibilità musicale vicina alla mia li stimo tutti. Ti cito dunque i nomi di quelli che a mio parere meriterebbero di vendere: sicuramente Black Job, al secolo Alessio Argenteri dei Casino Royale, che esce per l’etichetta OOH Sound di Michele “Pardo” Pauli anche lui già nelle fila dei Casino Royale e Andrea Mi, poi gli Ofeliadorme che a breve usciranno con un nuovo disco prodotto nientemeno che da Howie B! Il mio più acerrimo nemico a livello musicale in realtà era un’ex vicina di casa che boicottava ogni mio tentativo di provare i miei brani nel mio appartamento ma infine quest’anno ha traslocato altrove e il problema è stato risolto.