La guarigione è il primo album solista del cantautore palermitano Iofortunato. Attivo da più di un decennio in progetti come Yes/se:f, Dryleaf e Cum Moenia, l’artista ha lavorato in studio con il noto produttore Roberto Cammarata, già celebrato per il suo lavoro con La Rappresentante di Lista, per creare gli otto brani che compongono la tracklist del suo primo disco.

Anticipato dai singoli CNC, Cappotto verde e Giorni maledetti, La guarigione è un disco che unisce pop ed elettronica con un approccio introspettivo e molto personale, arricchito da arrangiamenti densi ed elaborati che faranno la gioia di tutti gli amanti delle grandi produzioni, anche a dispetto del carattere marcatamente DIY del progetto Iofortunato.

Queste canzoni sono la mia guarigione, il mio primo album. L’amore è il sentimento su cui regge l’intero lavoro, la guarigione stessa, e attraversa le delusioni, la rabbia, il dolore, la paura. Guarire vuol dire integrare le ferite della vita, ritornare nei luoghi passati, riviverli attraverso gli odori trovando qualcosa di nuovo, di salvato

Iofortunato traccia per traccia

Questioni di cuore e di synth pop quelle con cui si apre il disco di Iofortunato: Rosse di fumo è un racconto un po’ danzante ma dalle tinte scure.

Il beat si fa più intenso e i suoni più acidi in Pezzo di cuore, che risente di influenze internazionali intense, alla ricerca di un hook che rimanga in testa.

Molto più melodico l’approccio di CNC, racconto che albeggia tra i dolori del giorno prima. Anche gli archi arrivano ad aumentare la dose di pathos del brano.

Cappotto verde è molto narrativa e malinconica, parte minimale e si apre a ventaglio, cecando di evitare ulteriori fregature future. Si parla di cuore (si parla sempre di cuore) in La guarigione, title track che cerca vie d’uscite e si aggrappa a speranze, tutto in sintetico.

Liquidi i suoni di Amore mio, che parla di miraggi e di coraggio, poi si fa più ruvida, distorce anche una chitarra e accentua la melanconia di fondo.

Si vivono Giorni maledetti, in nome di ritmi molto vivi e consistenti, e di un “non è vero” ripetuto a loop. Chiusura con pianoforte ma anche con battiti corposi per raccontare Il mondo dentro.

Un po’ convenzionale l’approccio complessivo di Iofortunato, che comunque riesce a colpire nel segno con alcuni brani di buona intensità emozionale.

Genere musicale: synth pop

Se ti piace Iofortunato ascolta anche: Gionta

Pagina Instagram Iofortunato

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