IRBIS 37, “Un altro cielo”: recensione e streaming
Irbis 37 presenta Un altro cielo, album che spazia tra sonorità trap e sperimentazione. Irbis 37 è Martino Consigli/Irbis, affiancato dai producer Logos.lux e d.Noise.
Nato a Milano nord, alla Bovisa, dopo aver pubblicato l’EP “Boccadoro” e aver aperto alcune tra le più significative date del tour di Frah Quintale, nel 2019 pubblica Schicchere, l’ep che segna l’inizio di un nuovo percorso con l’etichetta Undamento.
Tra rap e cantato e una carica di emotività dall’inizio alla fine, nel brano si parla di soldi, riscatto, autorealizzazione e libertà, in una visione onirica, cinematografica e ancestrale.
IRBIS 37 traccia per traccia
Un po’ di paranoia e rime molto fitte quelle che si presentano in Bacio, che parla molto di droga, in un pezzo tutto sommato morbido che apre l’album.
L’autotune arriva con la pesante Mentre dormi, che evoca immagini di suicidio, fuga, ragni dentro il letto, con il pathos drammatico sottolineato dalle sonorità d’accompagnamento.
Piuttosto massiccia, a dispetto di un umore apparentemente leggero, Gatta nera, anche molto aggressiva a livello verbale.
Che furba condensa in ambienti elettronici appiccicosi alcuni sentimenti negativi, in un pezzo introspettivo e claustrofobico.
Sound non troppo dissimile, tra piccole vibrazioni e una chitarra abbastanza sorprendente, quello di Ti accompagno in zona.
Si procede con Fame da lupi, che arriva da lontano ma si avvicina in fretta, insistendo su ritmi quasi allegri, ma senza esagerare.
Morbida e appoggiata con gentilezza OsaOsa, ma anche in questo caso le asprezze si annidano soprattutto nel testo. (“Sta pupa mi chiama Pupo”: ecco qualcosa di veramente inaspettato, così all’improvviso).
Una corsa al buio quella raccontata all’interno di Tra me e il resto, che parla di lame e si fa minacciosa ma anche molto narrativa.
Molto fitta e chiusa, ecco poi Domani notte, che scava a fondo e si fa estremamente poetica ma anche disperante: “Sono un uomo di fuliggine/si posa la notte sulle tue mani rigide”.
Quei seni chiude l’album, con un ritratto che però ammette: “Non ti so raccontare”. Un congedo molto morbido e intimo per l’album.
Sensazioni mescolate ma sempre molto vivide quelle che IRBIS 37 trasmette attraverso il suo disco, capace di variare le atmosfere in cui si muovono canzoni molto nere.
Un’aquila e un drone in copertina per un album che mette spesso a contrasto idee ed emozioni. Una prova molto consistente e significativa per il rapper/trapper milanese.