Frammenti è l’album di debutto di Jamila per Ferramenta Dischi in distribuzione The Orchard. Un nuovo e definitivo capitolo per la cantautrice italo-algerina di stanza a Firenze che, complice la produzione di Zibba, si sviluppa come un flusso di coscienza, un’autobiografia musicale composta di frammenti sinceri e puri, immersi in brani di cantautorato pop al femminile. Frammenti sono brani che si muovono in equilibrio perfetto tra acustico elettronico, tra introspezione e voglia di condividere il più possibile con gli ascoltatori.

Frammenti. Frammenti di me, frammenti di vita, frammenti di luce, di ombra, di conoscenza. E’ fra i frammenti che ho cominciato ad unirmi al mondo e sono i frammenti il modo che ho di portarmi il mondo sempre dentro. Piccoli angoli, dolci e sbiaditi ricordi, altalene fra il presente e l’eterno passato. Frammenti, in ritardo per come sono ora, in tempo per come sarò sempre.

Jamila traccia per traccia

Si parte alti, anzi Altissimi, con Gesù, già pubblicata come singolo: una sorta di ballad acustica che sa di western e desert rock, benché parli di Africa (e di tutto il mondo), pur raccontando di difficoltà di uscire dalla propria comfort zone.

Più serrata ma sempre un po’ latina anche Periferia, che corre e racconta, di casa e di storie che succedono intorno. Ecco poi un altro singolo, Giovani che scalpitano a letto, mossa e leggermente malinconica, ma senza dubbio molto vitale.

Beat più profondo per Storia, che prosegue nel mood narrativo, adottando a volte anche il parlato, in una sorta di lettera che parla di speranze e di brividi. C’è un po’ di De André nella filastrocca di Ragazza di mare, racconto dal sapore quasi mitologico, ma questo sprofondare nel mare sa molto più di quotidiano, anche se non sfocia nel dramma.

Un po’ di Mannarino invece si insinua in Circense, che viaggia all’oscuro e che prosegue nell’iter narrativo. Corde tese e giocolieri in uno spettacolo di varietà molto poco divertente e molto inquieto, come il protagonista della canzone.

Più dolci i pensieri di Cronache autunnali, tutta acustica e sentimentale, molto adatta alla stagione e molto a cuore aperto. La dottrina delle piccole cose si costella di piccoli suoni luminosi, anche se poi il tessuto su cui lavora è più scuro. Racconti di carezze e di tramonti psichedelici, in vista di una vita ubriaca. C’è un po’ di Buonanotte fiorellino nel dondolio di Treno, ultima favola acustica che chiude piano la porta.

Jamila racconta, per lo più: se stessa ma anche di altro, rivelando un occhio da osservatrice e una penna anche raffinata. Le dinamiche sonore sono moderatamente semplici ma non banali, le influenze del cantautorato italiano sono filtrate con sapienza, probabilmente anche grazie al contributo del produttore. Fatto sta che il risultato è piuttosto “classico”, nel senso migliore del termine, e decisamente molto appagante.

Genere musicale: cantautrice

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