Del Signor Uffa

E’ un venerdì sera di pioggia quello del 15 novembre a Milano. Al Serraglio si accumulano gli ombrelli all’ingresso e, per essere un concerto di una band pressoché sconosciuta, è incredibilmente pieno. Chiacchiericcio generale, le birre che non si possono pagare con la carta, e tutto che si spegne prima dell’ingresso dei Keemosabe.

Band che se non avete mai sentito nominare siete scusati, anzi quasi riveriti per non guardare X-Factor, ma che dopo questo report non avrete più scuse. Perché questi ragazzi sono una forza incredibile, di bravura tecnica, amore per la musica, e presenza scenica.

E’ strano pensare che il front-man, Alberto Curtis, più alto di un metro e novanta, il portamento di una rockstar consumata e una voce profonda che farebbe invidia a Paul Banks degli Interpol, che sembra averla persa. Flash e ritmi trascinanti, una band rock che non ha paura di macchiarsi d’influenze electro-pop (come nel caso della cover di How Long degli ACE, riportata sul palco in maniera incredibilmente attuale e personale) e sfacciatamente pop, come quando è impossibile controllare quel piedino ballerino che tiene il ritmo.

Momento interessante di cambio registro, quando sale sul palco la cantautrice Flora, un ampio respiro verso la scena it-pop che ben si collega alla più celebre Roma Stasera, cover personalissima di Motta con la quale i ragazzi di Como hanno conquistato anche la giuria di X-Factor.

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