La Convalescenza: il live migliore è quello che deve venire

Di Cassandra Enriquez

Si chiamano La Convalescenza, sono di Modena e nel panorama dell’alt-rock italiano si inseriscono nello stesso genere di artisti come Ministri, FASK ed Endrigo. Il loro secondo ep, dal titolo Palafitte di creta, è uscito il primo di novembre, a tre anni di distanza dal loro disco d’esordio. Ne abbiamo parlato un po’con Luca Campanozzi, chitarrista della band.

Partiamo dalle presentazioni. Chi è La Convalescenza?

La Convalescenza viene da Modena, è composta da cinque persone di cui quattro pericolosamente vicine ai 30. Abbiamo background completamente diversi: chi viene dall’hard rock, chi dal pop punk chi addirittura dal black metal, unito il tutto esce il sound de La Convalescenza.

Se doveste descrivere La Convalescenza con tre alcolici, quali scegliereste e perché?

Jägermeister che accompagna come un fedele compagno le serate di produzione, il vino senza il quale Luca non avrebbe probabilmente mai scritto manco un testo, la birra perché è eticamente giusto.

Qual è stato il vostro live migliore?

Fino a ora direi quello del 29 marzo all’Ekidna di Carpi con Narcisisma, Cara Calma e Io e la Tigre, ma pensiamo che il live migliore sia sempre quello che deve ancora venire.

Cosa differenzia maggiormente Palafitte di creta dal vostro primo disco L’Eco della Clessidra?

Ascoltando i due dischi sembra quasi di ascoltare due band differenti! Crediamo che la prima cosa che si senta è la differenza dello stile: questo è molto più “sinfonico”, ricco di synth, violini, piani. Anche dal punto di vista della stesura dei testi il nostro linguaggio è cambiato molto (sarà la “vecchiaia”?)

In una scala da 1 a 10 quanto siete soddisfatti del vostro ultimo disco?

È grazie a Federico Ascari del Wavemotion Recordings se possiamo ritenerci soddisfatti! Lui ci ha aiutati nel perfezionare i brani e nel concretizzare il suono che avevamo in mente e che volevamo. Però vogliamo ancora crescere e imparare di più sul songwriting, quindi posso dire che un 8 possiamo darcelo.

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