La Madonna di MezzaStrada, da Perugia, è una band di “post-rock d’autore”, che pubblica Crono, il terzo disco. Dopo il loro album d’esordio Cantiche, uscito nel 2012 e Lebenswelt (il mondo della vita) del 2014, la band rinnova le ambizioni con un disco che vede la produzione artistica di Daniele Rotella (The Rust And The Fury, Michele Maraglino, ecc.), per La Fame Dischi [LFD-26].
La Madonna di MezzaStrada traccia per traccia
La prima traccia è Albero, passo lungo e qualche esplosione emotiva lungo il percorso, che apre il disco cercando di fissare già piuttosto in alto il livello di intensità del disco. Dirigibili aumenta il tasso di surrealtà, sia per un testo sghembo, sia per idee sonore che prendono pieghe inaspettate, tra indie e post rock.
Formaldeide accoglie qualche lezione dal campo Csi, trasformandola in elettricità e in un passo incisivo, sorretto da buone linee di basso. Cesare, evidentemente dedicata a Pavese, usa un andamento a ondate progressive, con umore pensoso e qualche traccia di violino per un pezzo complessivamente malinconico, come la coda strumentale conferma.
Ecco poi Triliardi, che ha un passo marziale e un’atmosfera cupa, che sembra in attesa di esplosioni. Ma invece che esplodere, la canzone preferisce incamminarsi in modo tutto sommato tranquillo su percorsi ora melodici ora più lisergici. Si chiude con Crono, la title track, aperta da un recitato di carattere astronomico. Il pezzo, che supera gli otto minuti, cambia ritmi e facce durante il suo viaggio, per finire con un crescendo che lascia spazio anche a qualche lingua di fuoco psichedelica.
Conferme positive per La Madonna di MezzaStrada, che conferma di aver fatto ulteriori passi avanti nella definizione di un sound proprio. I sei brani confermano la personalità della band e buone qualità di scrittura.