Si chiamano Camera d’ascolto e hanno alle spalle qualche anno di militanza insieme, nonché il disco Senza opposti uscito nel 2011. Pochi giorni fa è uscito Figli della crisi… di nervi, secondo parto della band.

Il lavoro si caratterizza per sonorità indie rock che però non rinuncia del tutto a qualche nota melodica, senza per questo buttarsi nella melassa, anzi conservando sempre sottotracce aspre.

Placebo attacca con un discorso di rock aperto e senza compromessi. Un po’ di slang giovanile e qualche evoluzione di basso, più interventi di archi assortiti.

P.S.C. gioca con atmosfere più cupe, si affida di più alla batteria, rivela aggressività represse. L’acronimo sta per “Perché sei così”, domanda alla quale evidentemente la band è stata sottoposta più volte, giustificando le reazioni sguaiate che si verificano anche all’interno del brano.

Matto dell’imbecille attacca con buoni ritmi e altri interventi di violino, che però invece che addolcire il brano sembrano contribuire alla rabbia di fondo. Dieci minuti (sotto la pioggia) ha una prima parte ritmata, ma si cambia passo dopo la metà del pezzo, almeno per il tempo di un inciso.

Sofia scarlatta è una ballata acustica dalle caratteristiche malinconiche.  Si riprende ritmo e fiato con Charlie Brown (Operalnero), dove la Yourcenar incontra i Peanuts, per motivi difficili da intuire. Ma il pezzo è vivo, ci sono invenzioni, qualche cambio di ritmo, qualche dose di buona creatività.

Epitaffio viaggia di nuovo di corsa, su un testo che tiene fede alle premesse rappresentate dal titolo funebre. Orfeo nell’Ade rappresenta un buon esperimento di racconto con virtù teatrali e una buona capacità di interpretazione. Anche qui, come nel mito, la curiosità di Orfeo vince sulla promessa della liberazione di Euridice.

Laguna apre con sorpresa: le note del pianoforte mostrano le qualità melodiche della band. Si chiude con Canzone notturna: si riflette sul tempo e sui ricordi fra ritmi in crescendo e un pezzo che, in definitiva, non sembra particolarmente notturno.

Posto che la copertina è francamente inguardabile (sulle prime si pensa a un disco di rock demenziale, soprattutto accoppiandola con il titolo dell’album), posto che la voce di Longo forse qui e là avrebbe bisogno di un po’ di potenza in più, il disco risulta efficace e la band sembra avere un buon equilibrio sonoro.

Le canzoni sono spesso veloci e aggressive al punto giusto, il violino regala qualche pizzico di imprevedibilità, le ballate non stonano affatto nel panorama complessivo del disco. La stoffa c’è. Se la si vuole usare anche per coprire il tizio della cover, non è un male.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi

agen toto play toto 4d toto 5000 toto togel toto togel toto togel 10 situs togel terpercaya toto togel situs togel bandar colok bo togel deposit 5000 agen toto play situs togel agen toto play situs toto