Un nome, Gonzalo, che evocherebbe atmosfere tex-mex, tra una tortilla e una canzone dei Calexico. Poi scopri che vengono da Pordenone: ma alla fine chi se ne frega dei nomi, dei titoli e della provenienza?

Il loro esordio, sostanzialmente un ep lungo, si chiama “Labors“, un titolo che evocherebbe (e dagli) fatica, e invece le sei tracce che sono “effortless”. Potevo scrivere “senza sforzo”, ma vuoi mettere l’effetto che fa “effortless”?

I ragazzi si destreggiano su 24 minuti e poco più di rock a tinte folk intelligente ma non cervellotico, semplice ma non banale. Li si accosta (e loro stessi si accostano, nelle interviste) ai Nirvana dell’ “Unplugged”, e un fondamento c’è.

Ma con qualche mediazione: le sonorità di qualche canzone può riportare ad atmosfere tipo Elbow, e non si può negare l’aria british di altre tracce. “Healer of Speeches” apre il lavoro con un folk semplice e lineare, ben concepito e composto. E tutti gli ingredienti sono già sul tavolo a partire da qui.

Arriva “June Carter” e conferma le impressioni precedenti: sul piatto c’è una band che suona “da band” e se non sapessi che sono di Pordenone ti verrebbe di cercarli su una mappa del Sussex, oppure con la tua brava lanterna, tra le nebbie delle Highlands.

Anche l’uso degli archi è adeguato: non troppo protagonista, mai orpello per far vedere che stai facendo “folk”. “Leave the story untold” fa entrare nel discorso anche il pianoforte, e si tratta di un discorso molto fluido. Anche il modo di cantare è di buon livello: non è così infrequente trovare dischi di esordienti ben suonati, più raro trovare un uso della voce adeguato come in questo caso.

Epos” ha un titolo che riporta all’epica, al canto solenne, e forse non per caso è la più magniloquente del disco. Aperture corali, perfino echi d’Oriente in un pezzo con qualche virtù e qualche vizio. “Tribute” è più oscura senza essere cupa.

Si chiude con “Carnage“, volutamente più incalzante e intensa, a dimostrare anche la capacità di cambiare atmosfera in modo drastico se necessario. Se interessasse qualcosa la moda, si potrebbe dire che i Gonzalo sono un po’ fuori tempo, tipo dieci anni. La tendenza in cui potrebbero essere iscritti si è spenta da un po’. Ma a occhio, delle tendenze, dei “trend” si interessano poco o punto. E fanno bene.

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