Vi va un po’ di psichedelia morbida, con un retrogusto di Levante ligure? Speriamo di sì, perché oggi si parla dei Lemmins, quartetto che ha appena pubblicato il proprio Lemmins ep.
Cinque tracce che prendono come punto di riferimento più gli anni Novanta che i Sessanta, ma in cui i colori della psichedelia antica non sono comunque del tutto assenti.
La prima traccia è Criminal dance, debitrice dello psych rock antico e moderno, con un buon ritmo, buone rullate e atteggiamento positivo.
Onesie procede sugli stessi binari, con un drumming spinto e senza paura e chitarre altrettanto spericolate.
Sweet Louie, che non ha riferimenti ai classici del rock quasi omonimi, è un pezzo positivo ed energico ma non particolarmente accelerato.
Anybody knows è un pezzo ritmato che va in netto crescendo, con dosi abbondanti di chitarra e qualche accenno di pop nelle proprie corde.
Bassi profondi e una più che discreta quantità di movimento sono fra le caratteristiche più evidenti di Screen, che chiude l’ep, con qualche rimando all’ambito di band come i Gomez.
Nel complesso l’ep è godibile, ben suonato, vivace e costruito in modo intelligente. Non ci sono brani che spicchino in maniera incontenibile, ma il gruppo dà un’ottima impressione di sé.