La recensione: “Mister Orange”, The Elements
E’ uscito il 15 aprile Mister Orange, il disco di debutto di The Elements. Stefano Gerosa, Marcello Puglisi, Andrea Sparacino, Giancarlo Masoli e Matteo Montagna sono, come si intuisce, italiani, ma la band sembra appena uscita da una college radio americana, con qualche influsso british qui e là.
Diretto e senza sconti, il disco pesta sui tasti del rock, indie e anche no, provando a conquistarsi una fetta di pubblico tra gli adepti di generi piuttosto energici, che arrivano fino ai confini dell’heavy metal.
Già il fatto di proporsi con una formazione con due chitarre e basso in tempi in cui è molto più di moda la chitarra singola è una scelta di campo cosciente e dichiarata.
E infatti fin da Mister Orange che apre il disco i risultati si sentono: il rumore è parecchio, l’energia pure. Il pezzo, come del resto tutto il disco sembra tra l’altro nato per essere eseguito dal vivo.
Americana non sembra far riferimento, né all’omonimo romanzo di De Lillo del ’71, né al disco degli Offspring (anche se qualche noterella neo-punk è innegabile qui e là nel disco), ma il mood è comunque lo stesso: si suona in modo diretto e aggressivo, come se non ci fosse un domani.
Your Face No More, a nostro gusto personale una delle più riuscite del disco, per tessiture di chitarra richiama alla mente qualche spunto metal anni ’80 (segnatamente le trame di qualche disco classico degli Iron Maiden) ma anche la ritmica di basso di altri periodi d’oro del metal.
In The Battle c’è l’ingresso di una voce femminile ai cori e il ritmo è un po’ più moderato, come se fosse necessario prendere un po’ di fiato ogni tanto, ma senza esagerare: non la si può certo confondere con una ballata, visti anche assoli e urla belluine.
Miserable Song rallenta ulteriormente, abbassa i toni, mostra un lato finora nascosto della band. Con Get drunk in the UK si torna a picchiare duro di chitarra, citando alcuni modelli, dagli Strokes agli Interpol, introducendo però varianti di un certo interesse lungo il percorso.
Più moderata The King, anche se le sparate di chitarra e le rullate di tamburi non mancano di certo. Wasting Time torna a premere sull’acceleratore con un ritmo molto incalzante. Qualche eco degli Iron Maiden nella coda finale con il dialogo di chitarre torna a farsi sentire.
Qualche cesello di chitarra se lo consentono anche su Pathetic, mentre in Something in Summer si parla di sbronze, si corre, si urla e di nuovo si pesta con convinzione. La bonus track è invece una sorpresa a ogni livello, ed è giusto non scoprire le carte.
Si tratta di un disco divertente, ben suonato, potente, con una nota di merito per la voce. Se vogliamo, è anche fuori tempo: negli anni Ottanta sarebbe stato modernissimo, oggi un po’ meno. Il che non significa che non valga decisamente la pena di ascoltarlo, soprattutto se delle mode ci si occupa il giusto.
Il disco si può acquistare qui: itunes.apple.com/us/album/id811460133
The Elements sono in tour: ecco le prossime date.
18.04.2014 The One live Pub – Cassano d’Adda MI
22.05.2014 Rock in Park – Milano
07.06.2014 Motobrulè Rock Festival – Sala Biellese BI
13.06.2014 Capannina – Giusano
15.06.2014 Yaiag Festival 2014 – Desio
22.06.2014 Cesano Bierfest – Cesano Maderno
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