La recensione: “Roundabout Rome: Live Sessions”, Underdog
Esce il 26 marzo “Roundabout Rome: Live Sessions“, un dvd che riunisce due esperienze romane degli Underdog. La band, due album alle spalle, è protagonista di suoni che, pur con un’ascendenza e un’educazione jazz alle spalle, percorre le strade dell’avanguardia e della sperimentazione, del crossover, di certa industrial.
Le assonanze, per esempio, con band come Einstürzende Neubauten non sono certo casuali, visto il background della band: entrambi i cantanti, Diego Pandiscia e Basia Wisniewska, hanno un vissuto in Germania e hanno all’attivo collaborazioni con membri di band come Faust e Ulan Bator.
Il video, in totale, dura due ore circa e vede sul palco una formazione più allargata rispetto a quella abituale degli Underdog. La band si è esibita al Teatro Studio di Roma e anche all’Angelo Mai, di recente oggetto di sgombero da parte delle forze dell’ordine.
Salta all’occhio fin da subito come, benché la musica del gruppo non si possa definire propriamente “pop” , le performance del gruppo spesso abbiano un’attitudine tutt’altro che intima . La musica occupa tutto lo spazio: i membri della band sono sette e quindi non c’è posto per niente che distragga, e anche le luci non peccano di protagonismo eccessivo.
Nella band c’è una componente zingaresca, una radice fortemente mitteleuropea e antica che trascina i pezzi all’estremo, raggiungendo apici rumoristici qui e là. Ci sono anche svolazzi decisamente jazz, spesso affidati alla voce versatile e plastica di Basia.
Nascosta tra le pieghe del concerto, c’è anche molta melodia, c’è la sensibilità della canzone d’autore e ci sono atmosfere waitsiane (e talvolta caposseliane) però rese più avventurose da soprattutto da effetti e da un uso delle voci che in un contesto blues più regolare non si troverebbero. Ovviamente da non perdere la performance sulla cover di “Cuore matto“, che qui impazzisce sul serio, dedicata nel concerto alla memoria di “L.T.”
Il nume ispiratore degli Underdog è Charles Mingus, perciò non sorprendono gli spazi lasciati al contrabbasso, ma anche i fiati prendono gradatamente attenzione sulla scena. Gli ospiti sono di provenienza diversa: Giovanni Gulino di Marta sui Tubi presta la voce, mentre Ben Lamar Guy, trombettista jazz di Chicago, pare si sia fatto il viaggio dall’Illinois a Roma dopo aver sentito il disco della band e averlo apprezzato. Gli hanno detto: “Ti va di venire?”, ed evidentemente gli andava.
L’impressione complessiva è di uno spettacolo compatto, molto rodato, pensato nei particolari. Si diceva che le ascendenze del gruppo sono jazz, ma questo non significa improvvisazioni libere a prescidere dal contesto: al contrario, assoli e deviazioni dal percorso sembrano rispondere a un disegno complessivo del tutto sensato.
Naturalmente non è musica pensata per appagare tutti i gusti, ma il dvd dimostra senza dubbio perché gli Underdog siano già stati capaci di costruirsi un fedele seguito di appassionati. Il dvd, finanziato con il crowdfunding, è stato girato ed editato da The Blob Video.