Si srotola il tappeto rosso ed ecco The Red Carpet: rock band toscana che giunge al secondo disco, il quartetto ha pubblicato da poco The Price of Greatness.
Inizio robusto per il disco con Cinnamon & Clovers, che si muove fin da subito in territorio rock (indie, per lo più) pur facendosi portatrice di sostanziali istanze melodiche.
Una certa enfasi ci fa capire fin da subito che From the Ground è pezzo che aspira a un certo livello di intensità. Non è scarsa di enfasi nemmeno la title track, The Price of Greatness, che anzi alza la posta, include gli archi, prima di far entrare la cavalleria sotto forma di batteria e chitarre.
Più morbidi i toni di Don’t walk away, seppur costruita in crescendo, con un uso piuttosto creativo delle percussioni.
Brothers si parcheggia in un rock rumoroso ma non eccessivamente tirato a livello di ritmi, mentre Out of your world schiaccia ulteriormente l’acceleratore, esce un po’ dalle convenzioni, lascia briglia sciolta agli strumenti e si classifica tra i pezzi migliori del disco.
Un po’ Killers l’intro di Contagious, che si costruisce su un’alternanza pieno/vuoto e su alti arpeggi di chitarra, oltre che su un sound alt-rock molto internazionale e contemporaneo.
Arriva da molto lontano Morning light, che gode di un’introduzione particolarmente lunga ed elaborata, per arrivare a un pezzo ritmato con una batteria piuttosto rumorosa ma anche voci morbide.
Veloce e aggressiva, anche Rain denuncia precise influenze alt-rock internazionali. Si chiude su Miracles, ballata acustica sulle prime che si elettrifica e alza il volume in corso d’opera.
Per onestà bisogna dire che il disco non è il più originale che ci sia capitato di sentire. Buona però la carica e l’energia espressa dalla band, nonché l’attenzione a ciò che passano le radio e le webradio internazionali in questi anni.
