Le fasi del sonno è il primo disco di Laago! Si tratta del nuovo progetto solista del trentenne romano Andrea Catenaro. Dopo due singoli pubblicati in autonomia (uno dei quali con il featuring di Jason Lytle dei Grandaddy, gruppo di culto assoluto dell’indie americano tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000), si è accasato a 42 Records, per cui ha pubblicato i singoli La notte e le idee e Dormi!.
L’album si apre con uno speech di Bob Nastanovich dei Pavement, scritto appositamente per i Laago! e le melodie tipiche di certa musica britannica, ma tutto declinato in modo molto originale, morbido e volutamente psichedelico. Esce oggi, 20 settembre, in digitale e in CD. È stato prodotto da Jesse Germanò, mixato e masterizzato da Andrea Suriani (produttore anche di “Dormi!” e “La notte e le idee”).
Laago! traccia per traccia
Si incomincia fischiando, per un giro che prende subito passaggi psichedelici, su Introspezione (con Bob Nastanovich), composta più di piccoli tocchi che di grandi strutture.
Dormi! cambia aria subito e si incammina verso strade piuttosto indie, con una chitarra che riverbera sullo sfondo e la voce in primo piano.
Qualche scintillìo iniziale e alcuni cori dalle caratteristiche pop contrassegnano La notte e le idee, che ha retrogusti un po’ battistiani e una sezione ritmica leggermente nervosa.
Ritmi morbidi e toni che si abbassano in Marianna (con Jason Lytle), acustica in parte e poi capace di allargare le vedute in corso d’opera.
Il Mostro di Cleveland ricomincia ad alzare volumi e ad accorciare i tempi, per un brano di contrasti che rimesta nel torbido con una certa gentilezza.
Problemi di precipitazioni in Pioggia sporca, che è un po’ british, anche nel senso di brit-pop, con qualche risonanza nel background e qualche buona immagine.
Invece si parte dal tempo con Niente, contrassegnata da una traccia di basso molto viva e dal sorgere delle tastiere, fino a esiti quasi disco.
Dopo le schermaglie iniziali, Occupato mostra una certa propensione alla solitudine e al minimalismo sonoro, “disturbato” da qualche piccolo impazzimento elettronico.
Più attiva e vivace Mantra, che afferma alcune verità (“Le persone più tormentate sono le migliori”) in un clima non sentenzioso.
Si chiude con la title track Le fasi del sonno, che si riconnette all’inizio con qualche sensazione psych, immersa però in un andamento piuttosto morbido.
Se riesci a mettere accanto al tuo esordio due nomi come Pavement e Grandaddy, in qualunque forma, hai già fatto centro, soprattutto in ambiente alternative.
Ma è evidente come Laago! non si sia fermato lì e abbia sfruttato al meglio il supporto dei nomi importanti per adornare un disco sostanzioso di canzoni, ricco di idee, carico di suoni buoni. Un esordio davvero considerevole.