Larossi: “Solo 5 minuti” in anteprima esclusiva su TRAKS
Solo 5 minuti è il nuovo singolo di Larossi già disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale. Oggi TRAKS ospita l’anteprima del video del brano. Ne abbiamo approfittato per rivolgere qualche domanda all’artista.
Il tuo videoclip usa immagini forti e ironiche per raccontare la ribellione alle aspettative sociali. Cosa ti ha ispirato a raccontare questa storia?
La canzone nasce dal desiderio di dare voce ad una generazione che spesso si sente fuori posto rispetto alle aspettative sociali. Viviamo in un mondo che ci impone ritmi frenetici e obiettivi preconfezionati, e volevo normalizzare il diritto di rallentare, di prendersi una pausa, senza sentirsi in colpa. Mi ha ispirato anche la necessità di riaffermare un principio fondamentale: ogni persona, ha il diritto di scegliere il proprio percorso, i propri tempi e le proprie priorità. In un contesto che spesso giudica e mette pressione è importante rivendicare la libertà di vivere secondo le proprie regole, senza il bisogno di conformarsi. Volevo raccontare tutto questo con un linguaggio ironico e visivamente forte, per trasmettere il messaggio in modo diretto ma anche leggero.
La scena della patatina come anello è molto simbolica e originale. Cosa rappresenta per te questo gesto?
La patatina usata come anello è un gesto di ribellione e leggerezza, un’immagine ironica che rappresenta il rifiuto delle convenzioni e degli schemi tradizionali. È un modo per dire che possiamo trovare valore e significato nelle cose più semplici, senza doverci piegare agli standard o ai simboli prestabiliti. Quel gesto comunica la libertà di decidere cosa è importante e cosa no, rompendo con le aspettative che spesso ci vincolano, specialmente quando si tratta di ruoli di genere o aspettative sociali. Questo è particolarmente importante per le donne, che spesso si sentono obbligate a soddisfare le esigenze degli altri prima delle proprie. Rallentare e prendersi del tempo diventa un gesto rivoluzionario, che ci ricorda che il nostro valore non dipende da quanto riusciamo a fare, ma dal semplice fatto di essere ciò che siamo.
Nel video emerge una leggerezza che si contrappone alle pressioni quotidiane. Quanto è importante per te prendersi “cinque minuti” per non fare nulla?
Per me è fondamentale! Quei “cinque minuti” sono un atto di auto-cura, un momento in cui ci si permette di staccare e ricaricare le batterie, lontano dalle pressioni esterne. È un piccolo gesto con un grande significato: ci ricorda che non dobbiamo essere sempre produttivi, che va bene fermarsi e respirare. In una società che misura il valore delle persone in base a quanto producono o a quanto sono performanti, prendersi del tempo per non fare nulla diventa un atto rivoluzionario. È un modo per tornare a sé stessi, per ascoltare i propri bisogni e darsi il permesso di esistere semplicemente, senza dover dimostrare nulla a nessuno.
Quando nella canzone dico “5 minuti per fare niente”, in parte è una presa in giro verso quelle persone che pensano che, siccome non sto seguendo i ritmi e le imposizioni della società, allora non sto facendo nulla di significativo. Ho capito che non è così. Non fare quello che ci viene imposto non significa non fare niente, anzi, spesso significa fare qualcosa di molto più importante: ascoltare sé stessi, prendersi del tempo per riflettere, per essere autentici, per scegliere consapevolmente come vivere. È una forma di ribellione tranquilla, ma potente, contro chi vuole incasellare il nostro valore solo in base alla nostra produttività o al nostro conformismo. Dire “non faccio niente” è quasi un atto di provocazione, perché in realtà significa che sto facendo tanto altro, tutto ciò che è realmente importante per me.
Quale messaggio speri che il pubblico colga guardando questo videoclip e ascoltando il tuo brano?
Spero che il pubblico si senta ispirato a vivere con più leggerezza, a liberarsi dalle aspettative altrui e a riconoscere che il diritto di essere sé stessi è sacrosanto. Il brano è un invito a rallentare, a non sentirsi in dovere di inseguire modelli che non ci appartengono, ma anche a ridere delle convenzioni e delle pressioni che spesso ci intrappolano. Vorrei che le persone, guardando il videoclip, si sentissero incoraggiate a trovare la bellezza e il significato nelle piccole cose, senza il bisogno di adeguarsi a standard rigidi. È un inno alla libertà, alla leggerezza e alla consapevolezza che non dobbiamo dimostrare niente a nessuno per valere.