Le luci della centrale elettrica si spegneranno presto, ma hanno lasciato bagliori notevoli: Vasco Brondi pubblica il proprio secondo album Per ora noi la chiameremo felicità nel 2010, anticipato dal video del primo singolo estratto, Cara catastrofe.
Voglio che funzioni. Quindi ti mostro come sono fatto dentro per farti capire cosa mi muove, e mi proteggo da quello che tu potresti farmi con dei piccoli e stupidi rimedi che non sapranno salvarmi, ma mi daranno l’illusione di poterlo fare.
Sventoleremo le nostre radiografie per non fraintenderci
Ci disegneremo addosso dei giubbotti antiproiettile
Costruiremo dei monumenti assurdi per i nostri amici scomparsi
Voglio che ci sia luce. Quindi, cara Catastrofe, sarà la luce del computer da cui ci scriveremo a risplendere, e leggendole ci tremerà il cuore come durante un terremoto, distanti e pronti a far volare i pensieri e i missili delle nostre intenzioni fraintese.
Tra le lettere d’amore scritte a computer
Che poi ci metteremo a tremare come la California, amore, nelle nostre camere separate
A inchiodare le stelle
A dichiarare guerre
A scrivere sui muri che mi pensi raramente
Voglio che tu sia felice. E quindi cerco di capire se ci sono anche lacrime sul tuo viso già bagnato dalla pioggia, che fa colare il trucco e colora le tue guance. Per porre rimedio, se ne sarò capace.
Che se piangi ti si arrugginiscono le guance
E per struccarti useranno delle nuvole cariche di piogge
Adesso che sei forte
Che se piangi ti si arrugginiscono le guance
Chiara Orsetti