Luca Cassano, cantautore classe 1985, calabrese di nascita, milanese per lavoro, in arte Le Rose e il Deserto, pubblica il suo nuovo lavoro Io non sono sabbia e risponde a qualche domanda.

Ciao Luca, a che punto è il tuo progetto “Le rose e il deserto”?

Ciao! Le rose e il deserto hanno già fatto un bel po’ di passetti :) Il progetto è nato nell’estate del 2018, dopo lo scioglimento della mia ultima band. Da allora ho fatto un po’ di concerti ed ho avuto l’opportunità di suonare in apertura di artisti importanti come Gnut, The Niro, i kuTso, Sandro Joyeux, Gianluca De Rubertis, Federico Sirianni e vari altri, nonchè di partecipare a rassegne interessanti come “Piccoli concerti” a Roma e “Il silenzio del cantautore” a Ferrara.

La dimensione live per me è sempre stata fondamentale, tanto da aver iniziato a portare in giro le mie canzoni prima ancora di avere in cantiere una pubblicazione vera e propria. Poi, nell’estate 2019, insieme al mio produttore (Stefano Morselli delle Manifatture Morselli Recording di Modena) abbiamo pensato di “fare” un ep (“Io non sono sabbia”, uscito a Giugno 2020) per lanciare un sasso nello stagno. Se hai pubblicato un disco (o un ep nel mio caso) non puoi più nasconderti: hai imboccato la strada della musica e devi percorrerla e andare a scoprire dove ti porterà. Ecco, in questo momento Le rose e il deserto stanno guardandosi intorno per capire dove porti questa strada.

Che tipo di periodo fotografa “Io non sono sabbia”, il tuo ep d’esordio?

Più che quale sia il periodo che Io non sono sabbia fotografa, chiederei quale scenario l’ep fotografi. Io non sono sabbia è fatto di cinque canzoni che parlano di me, con la pretesa di farlo in una forma abbastanza generale da rendere le sensazioni e le immagini fruibili anche da chi ascolta le canzoni. Si parla di me, della mia mamma e di quanto fosse bella da ragazza, del mio rapporto con i miei genitori, delle cose che mi fanno paura…

Mi sembra ci sia una certa evoluzione dal punto di vista sonoro. Quali erano gli obiettivi che ti sei posto durante le lavorazioni del disco?

Come dicevo, l’idea di fare un ep e cominciare finalmente a far ascoltare la mia musica è nata durante l’estate 2019. Avevo scritto Sabbia (la canzone che apre l’ep) e dal campeggio in cui ero in vacanza ne ho fatto una registrazione ukulele e voce col telefono. Ho mandato la registrazione a Stefano Morselli dicendogli: “Vorrei che questa canzone suonasse un po’ cantautorale ma anche un po’ elettro-pop”.

Dopo due giorni, Stefano mi aveva già mandato quella che sarebbe stata la versione praticamente definitiva di “Sabbia”. Sullo slancio di questa prima produzione, durante l’autunno 2019 abbiamo scelto altre quattro canzoni da arrangiare sulla stessa linea stilistica e a dicembre abbiamo registrato il tutto. Mi sembra che l’obiettivo di dare a “Io non sono sabbia” un sound cantautorale ma anche moderno sia stato raggiunto :)

Quali sono i tuoi punti di riferimento oggi?

Ascolto tanti cantautori italiani. Giorgio Canali, Emanuele Colandrea, Emanuele Galoni, Gnut. Ovviamente siamo tutti figli del Principe Francesco De Gregori :) Da ragazzino ascoltavo musica “politicamente impegnata”: i Modena City Ramblers, la Bandabardò, gli SkaP.

A quando un lp intero?

Ho già tante canzoni pronte nei taccuini. Per ora le lascio lì a fermentare anche perché Io non sono sabbia è uscito da pochissimo. Mi godo il mio ep d’esordio sperando magari che la situazione live migliori: mi manca davvero tanto la dimensione concerto.

Le Rose e il Deserto traccia per traccia

L’ep si apre con Sabbia, che scivola via fluida con strutture pop cantautorali e piccoli suoni lampeggianti, parlando di strade e di lune ignoranti.

Le cose che si perdono stanno al centro di Un terzo, con riferimenti genitoriali come nel brano precedente, ma con un mood leggermente più malinconico. Ci si rianima invece con le avventure di Pirati, che ha un cantare fitto e ancora ricordi d’infanzia.

Problemi di viabilità e di sentimenti quelli che affronta, con un po’ di suoni d’archi, Sensi unici. Il pezzo più movimentato e quasi rock arriva per ultimo: Passi indietro accelera e si basa su buone linee di basso.

Un buon assaggio del cantautorato di Le rose e il deserto, che fa passi avanti nel settore della scrittura e che mette maggiormente a fuoco la propria ispirazione.

Genere: cantautorato pop

Se ti piace Le Rose e il Deserto assaggia anche: Hugomorales

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