Letlo Vin, “Pantheism”: recensione e streaming

Pantheism è il nuovo disco di Max Carinelli, in arte Letlo Vin, terzo album di una carriera che parte dal folk e si propaga in svariate direzioni cantautorali, tutte influenzate dalla musica americana. Dopo l’esordio di Songs for Takeda, e il bis arrivato nel 2019 con Love Was Real, è ora di un disco che sfrutta ancora di più le dinamiche corali, le sensazioni r&b e soul, per celebrare musica e mondo in modo sostanzialmente religioso.

Letlo Vin traccia per traccia

L’adorazione panteistica di Letlo Vin parte con Rise Up, quasi un gospel elettrico in crescita, con iniezioni di soul e di cori su un tessuto costruito primariamente dalla chitarra.

Primo intervento dell’organo all’interno di Shiny Day, che placa un po’ le atmosfere rispetto al brano d’apertura, ma non il senso “devozionale” che in realtà caratterizzerà quasi tutto il disco.

La parte drammatica emerge in modo tagliente e perentorio con Fear is Contagious, che gratta forte sul fondo ma si propaga in modo orizzontale. Un sentore di anni Settanta si diffonde soprattutto dagli incisi del brano.

Un po’ più placata l’aria di Wide Awake, ma c’è sempre l’impressione che qualcosa si muova sotto le foglie. Qui le idee partono dal folk, radice classica dell’artista, per parlare di attese che non devono essere vane.

Incontri virtuosi tra folk e soul si celebrano sotto le luci di Fireworks, con la chitarra a fare da collante fra le varie sfumature vocali del brano. Si balla, ma sui toni del blues, con Slow Dancing, che procede a loop, salvo che in qualche momento in cui la tensione si scarica. Gli inviti, qua e là loureediani, a guardare il lato positivo sembrano più minacciosi che convinti.

E a proposito di Lou, ecco Happysad, ossimorica già in sede di titolo, ma poi tutto sommato piuttosto positiva negli umori, fluida nell’incedere. La citazione da Easy dei Commodores completa il quadro.

“Just like a Woman, come diceva Bob Dylan: ma qui ci sono movimenti di basso sinuosi e un’aspirazione verso l’alto che si celebra con suoni ascensionali e un battito determinato anche se controllato.

Falsetto e contrasti quelli che si scoprono in Give More Gas To Feel Alive, meno “accelerata” di quello che il titolo farebbe supporre, ma costruita su un sottofondo di organo vintage e su un drumming quasi scudisciato.

Piuttosto liberatorie le atmosfere che si incontrano in una più serena North Country Plains, un’esplorazione nordica che sa di camminata all’aria frizzante del mattino, con la chitarra che si fa insistente ma dolce; gli archi intervengono a darle ragione.

Sempre più maturo e consapevole, arrivato al terzo album Letlo Vin si pone con forza e tranquillità e confeziona un disco che ha stemperato gli eccessi ma che riesce a incanalare molto bene un’ispirazione molto sentita. Il tutto con il vestito giusto di suoni scelti sempre in modo appropriato. Un (altro) disco completo firmato da Carinelli e dai suoi collaboratori.

Genere musicale: alt-folk

Se ti piace Letlo Vin ascolta anche: The Shalalalas

Pagina Facebook Letlo Vin
Pagina Instagram Letlo Vin