Un esordio che arriva dopo molti altri esordi: Alia (Alessandro Curcio) si mette in pista da solo, ma è stato la voce dei Quartocapitolo e ha avuto altre collaborazioni interessanti prima di arrivare ad Asteroidi, disco sospeso tra elettropop e poesia (qui la recensione). Ed ecco la nostra intervista con il cantautore.
“Asteroidi” rappresenta il tuo lp d’esordio: vuoi raccontarci come sei arrivato fin qui?
Vengo da 10 anni di esperienze con band e diversi ep autoprodotti, più altre esperienze estemporanee precedenti con band a breve durata, ma scrivo e suono da quando sono ragazzino.
Dopo aver realizzato l’ep Aria, che è stato ben accolto dalla critica, ho sentito il bisogno di spingermi oltre e concretizzare un’idea musicale che non ero riuscito a realizzare in gruppo e che nell’ep era sviluppata solo in parte.
Asteroidi rappresenta un punto 0, sia per le tematiche affrontate sia per la volontà di pagare un certo debito “musicale” con il passato. E’ un disco volutamente nostalgico sia nei suoni che nelle liriche che tuttavia gioca la scommessa di utilizzare argomenti personali per parlare in maniera universale.
Mi sembra che nel disco ci sia una certa “cautela” nell’utilizzo dei suoni, in molte tracce: volevi dare maggiore risalto alla tua voce e ai tuoi testi oppure è il tuo modo di comporre e anche la paura di mettere troppa carne al fuoco?
Sono partito dall’assunto che se le canzoni sono buone reggono anche senza una produzione magniloquente. Ho pensato a dischi che hanno fatto del “less is more” la loro cifra vincente: penso a “Blue” di Joni Mitchell e a “Non Stop Erotic Cabaret” dei Soft Cell.
Ma anche a dischi più recenti che amo molto come quelli di Dillon e di Perfume Genius. La scelta, di utilizzare una strumentazione “povera”, subito riconoscibile e un registro vocale circoscritto al registro basso e ai falsetti, è stata pertanto intenzionale.
Hai confermato la scelta di Giuliano Dottori, che aveva già lavorato sul tuo ep “Aria”, come produttore: puoi spiegare perché e che cosa pensi abbia regalato alle tue canzoni?
Ho voluto Giuliano perché, oltre a essere un bravissimo musicista, è un amico con cui mi trovo in perfetta sintonia. Registrare un disco può diventare molto complicato se i rapporti umani non sono perfetti.
Da questo punto di vista volevo andare sul sicuro. Quello che Giuliano ha regalato al disco è sicuramente un approccio curioso verso il suono elettronico, cosa che desideravo, e una certa “intenzione” tipicamente milanese applicata alle canzoni.
“Asteroidi” vuole essere un disco notturno, meditativo e se qualcuno pensa che lo sia, il merito è anche suo.
Come è nata la collaborazione con Cesare Malfatti per “Goldie Hawn”?
E’ stata un’idea di Giuliano. Io conosco e stimo molto Cesare e i suoi progetti sia come musicista che come produttore però non osavo chiedergli una collaborazione.
Giuliano ha pensato che su Goldie Hawn occorresse un tocco in più e mi ha messo in contatto con Cesare che, dopo aver ascoltato il mio ep e la pre-produzione di Goldie Hawn ha deciso di partecipare con entusiasmo. Anche la voce di Raffaella Destefano (Ex-Madreblu) è stato un bellissimo regalo inaspettato.