Più di un’esperienza alle spalle, un’immagine già piuttosto marcata, un futuro brillante di fronte: i Black Beat Movement si affacciano al variegato mondo della discografia con il primo disco, “Id-Leaks“, che approccia il mondo del nu-funk con un piglio particolarmente sicuro.
La band nasce dall’unione di ex membri di Vallanzaska, Rezophonic, Rootical Foundation, tutti bene allineati dietro la voce di Naima Faraò, che risponde alle nostre domande.
Avete esperienze individuali con band importanti e note, avete vinto un premio importante come lo Sziget, avete già suonato con grandi artisti, ma il debutto “su distanza lunga” è sempre un passo fondamentale. Come lo avete affrontato? Mi spieghi il titolo?
Dopo un anno intenso di live si è ovviamente manifestata l’esigenza e la necessità di fare un disco, sia per noi ma soprattutto per chi ci segue. Abbiamo organizzato il materiale e le idee che avevamo decidendo di non includere i cinque brani presenti nello scorso ep ma proponendo pezzi totalmente nuovi e incidendone alcuni che già suonavamo nei live. E’ uscito un bel lavoro che ha ancora come elemento portante la contaminazione tra generi diversi.
Il titolo ID-LEAKS è una nostra invenzione: ID sta per identity, identità, LEAKS è una parola che significa fuga di notizie, fuoriuscita e perdita nel senso di far emergere qualcosa di segreto. Ciò sta a significare che ognuno di noi ha fatto trapelare informazioni personali e ne ha ‘rubate’ altrettante per dar origine a questo album. Il trattino è l’unione tra la chiusura di ogni singolo individuo e l’apertura al mondo!
Trovo che ci sia uno sforzo nel variare molto le atmosfere e le sonorità fra le tracce del disco. Come è andata la lavorazione? Avete adottato per ogni canzone lo stesso metodo di lavoro?
La musica è ricerca e la prima cosa che vorremmo l’ascoltatore carpisse dal nostro disco è proprio questa peculiare indagine su noi stessi e quello che ci sta intorno. I brani suonano tutti in modo differente, ognuno ha la sua storia ma il punto in comune che hanno tra loro è il nostro sound.
Mi sembra anche di intuire che includendo otto tracce non abbiate voluto strafare. E’ stato difficile il lavoro di selezione dei pezzi? E’ rimasto fuori molto materiale?
Otto tracce per 35 minuti perché ci piace l’idea che alla fine di un disco l’ascoltatore pensi “ne voglio ancora!”. E’ rimasto fuori qualcosa perché aveva del potenziale per essere sviluppato meglio per cui non volevamo includerlo avendo delle scadenze e dei tempi stretti da rispettare.
Stiamo già lavorando al materiale nuovo, ci sono un sacco di idee in cantiere e molto probabilmente qualcuna la proporremo già durante questo tour.
Immagino che la dimensione live sia fondamentale e so che state per ripartire in tour. Come lo affrontate? Avete in serbo qualche sorpresa?
Lo affronteremo alla grande e non vediamo l’ora di ripartire! Rispetto al live dello scorso tour abbiamo creato delle isole sonore che faranno calare il pubblico in diverse dimensioni e atmosfere. Per quanto riguarda le sorprese ci saranno delle citazioni che però non stiamo a svelarvi!
Mi piace molto l’immagine della vostra band che “arriva” dalle foto che avete scelto sul sito (di Chiara Mirelli e di Gill Cesaria). Quanto è importante il discorso “stile”? Vi siete divertiti a realizzare i servizi fotografici?
L’immagine e la musica, purtroppo o per fortuna, vanno di pari passo nel XXI secolo! Anche se capita spesso che prima ti vedono poi ti ascoltano… Ogni membro della band ha cercato di mantenere il proprio stile e il proprio gusto personale rendendolo funzionale alla band. E’ stato molto divertente e letteralmente senza filtri!
So che avete utilizzato il crowdfunding per la realizzazione del disco e avete raccolto più di quanto era necessario: come è andata la campagna e pensate di utilizzare ancora questo mezzo?
Anche ID-LEAKS, come il nostro primo Ep BLACK BEAT MOVEMENT, è stato autoprodotto. Ovviamente l’impegno economico per la realizzazione dell’album è stato di gran lunga maggiore rispetto al precedente. Abbiamo optato per il crowdfunding con l’intento riuscire a coprire una piccola parte delle spese e siamo riusciti a chiudere la campagna raccogliendo più del previsto senza “stressare” troppo la gente! Probabilmente lo useremo ancora anche se l’ideale sarebbe trovare qualcuno che ci produca il prossimo disco.