Il disco si chiama BSB3 (qui la recensione) e si muove con disinvoltura tra blues, rock e suoni ruvidi e antichi. Il duo, invece, si chiama Bud Spencer Blues Explosion e, come direbbe Pippo Baudo, “non ha bisogno di presentazioni”. Ma di qualche domanda sì: infatti li abbiamo intervistati.

Siete, in modo ormai consolidato, uno dei grandi nomi dell’indie italiano. Ma quando lavorate alle canzoni vi sentite cambiati, dal corso degli anni, oppure è tutto come quando avete iniziato a suonare insieme?

Adriano-Siamo molto più’ consapevoli di cio’ che vogliamo esprimere con la musica, prima cercavamo di registrare in un disco tutte le esperienze musicali che piu’ ci influenzavano, a discapito di una omogeneità di ascolto e di identità .

Ora per esempio con BSB3 abbiamo affinato la mira… lavoriamo sulla musica con la quale possiamo comunicare al meglio il nostro potenziale. Questo è probabilmente il cambiamento più forte.

Trovo in questo disco la ricerca di un suono il più potente e compatto possibile, soprattutto in pezzi come “Hey Man”: una scelta deliberata oppure è venuto spontaneo?

Cesare: C’è stato tanto lavoro di pre-produzione, almeno rispetto ai dischi precedenti. L’idea era principalmente di fare un disco riproducibile totalmente dal vivo, particolarità che precedentemente era un po’ stata tralasciata.

I suoni dei singoli pezzi sono stati studiati uno per uno, anche in fase di registrazione, in modo tale da non aver la necessità di aggiungere nessun altro strumento.

Hey Man è un po’ la “suite” del disco, un po’ come lo era “più del minimo” in DO IT. E’ un pezzo che ha cambiato forma più volte in quasi due anni. Ha mille facce e se vogliamo è un po’ la sintesi di tutto BSB3. Mi diverto tantissimo a suonarla live.

Che cosa ha regalato la produzione di Giacomo Fiorenza a questo disco?

Adriano- Giacomo è stato fondamentale, l’elemento che ci e’ sempre mancato. La sua sapienza e il suo approccio artistico hanno portato il nostro lavoro su un piano decisamente superiore.

Ha saputo guardare all’interno del progetto, coinvolgendosi e coinvolgendo, ponendo dubbi e esaltando momenti. Lavorare con lui è stata una vera chiave di svolta.

Una scelta piuttosto forte quella del video di “Duel”: come nasce?

Cesare: E’ tutto frutto del genio di Alex Infascelli. E’ stata una vera e propria collaborazione tra artisti: lui ha sentito il pezzo, gli è piaciuto molto e ha avuto un’immagine ben precisa di come tradurlo in immagini.

Noi lo abbiamo visto soltanto un’ora prima che venisse pubblicato, proprio per non influenzare la sua arte. Il risultato è stato vincente. Ha sicuramente diviso le opinioni della gente, come del resto tutte le grandi opere.

A quanto ho capito, avete fatto in modo dal vivo di poter suonare tutti gli strumenti da soli. Ma poi lo farete davvero o vi farete aiutare da qualche amico? Che idee avete per il tour?

Adriano- Dal vivo suoniamo tutto noi due, soltanto in un paio di brani il nostro tecnico di palco Francesco ci aiuta a sottolineare con un synth alcuni temi altrimenti impossibile da eseguire.

Stiamo ottimizzando il nostro Live, ma soprattutto la nostra formazione di duo, anche in fase di composizione

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