L’intervista: le tentazioni degli Evacalls
Difficoltà, emozione, lavoro, impegno, parecchio rock: in un esordio, e nell’esordio degli Evacalls c’è tutto questo e parecchio di più. Il disco che vede la partenza della band di Vercelli si chiama “Seasons” e per capirne qualcosa di più abbiamo rivolto loro qualche domanda.
Mi raccontate la storia della band fin qui?
La band attuale nasce da un demo che conteneva i brani suonati dalla versione precedente degli Evacalls prima di sciogliersi. Della band originale rimane solo Gido, il fondatore che registra questo demo e va alla ricerca di nuovi componenti. Circa 3 anni fa ci ritroviamo nella formazione attuale e oltre a suonare live quel demo, iniziamo subito a scrivere pezzi nuovi.
Che cosa significa Evacalls?
Evacalls è fondamentalmente un richiamo al peccato, è un cadere in tentazione senza sottrarsi.
Il vostro disco è autoprodotto, ma so che Federico Calvara e Alessio Camagni vi hanno dato una mano. Non avete sentito il bisogno di una produzione artistica esterna “integrale”, visto che era il debutto?
Da una parte c’era la volontà di staccarsi completamente dai brani e quindi affidarsi totalmente a un produttore, dall’altra quella di continuare a mettere mano sui pezzi anche in studio. Federico ha a tutti gli effetti fatto il produttore con la supervisione e i consigli preziosi di Alessio. In studio poi è nata una naturale sinergia tra noi e lui.
Otto tracce, di cui “No words” che fa sostanzialmente da intro a “No silences”: come mai siete stati così “sintetici”? Avete lasciato fuori molto materiale dall’album?
Non moltissimo ma qualcosa sì. Qualcosa che probabilmente riprenderemo a breve. A un gruppo debuttante si chiede spesso un demo più che un album, noi però avevamo molto da dire. Prendiamolo come un debutto lungo più che come un album corto ;)
Dal vostro disco emergono assonanze indie rock, ma anche 80s, ma anche new wave… Insomma, che cosa vi piace e che cosa ascoltate di solito?
Tutto corretto! Ascoltiamo tanta musica e abbastanza diversa l’uno dall’altro. Quello che più ci accomuna è sicuramente l’essere attenti a tutti i nuovi stimoli del mondo musicale alternativo e non solo. Volevamo che il disco suonasse il più possibile internazionale.
So che siete già in tour con le nuove canzoni: le avevate già “rodate” dal vivo? Che tipo di risposta state ottenendo? Qual è quella che vi diverte di più suonare in concerto?
La data zero sarà sabato 22 marzo a casa nostra, a Vercelli. Abbiamo già suonato i pezzi nuovi ma sempre in contesti particolari e non al loro massimo potenziale espressivo, anche se siamo rimasti molto soddisfatti per dire delle versione acustiche dei pezzi. Quella che ci diverte di più è sicuramente “The Man Who lives on the moon”.