L’intervista: Freddocane, il mattino ha l’oro in bocca #TraKs
Secondo disco per i Freddocane, trio della provincia bergamasca che cura la sostanza con attenzione e che preferisce dare una forma cruda ai propri brani (qui la recensione di Freddocane2). Li abbiamo intervistati, e qualche sorpresa è arrivata.
Che cosa è cambiato nella band dal vostro primo disco?
Il cambiamento maggiore è stato sicuramente il cambio di batterista (Alessandro Belotti è subentrato a Stefano Guidi. Ndr) che ha portato nuovi e interessanti stimoli creativi.
Quando si cambia un elemento è sempre difficile ripartire, si devono fare inevitabilmente i conti con un modo di suonare estraneo alla band, almeno all’inizio.
Siamo però riusciti ad abbattere questo ostacolo e a integrarci in fretta con Alessandro attraverso molte jam session, alcune delle quali si sono poi trasformate in FREDDOCANE2.
Stilisticamente ci siamo concentrati maggiormente sui suoni e sull’immediatezza.
La cosa che ci è mancata di meno, nella fase di scrittura dei brani, è stato il ragionare sugli arrangiamenti. Niente “qui servirebbe un bridge” oppure “il pezzo è troppo lungo/corto, andrebbe sistemato”.
Diciamo che ce ne siamo fottuti delle convenzioni e dei fronzoli a favore della comunicabilità delle canzoni e dei concetti che volevamo esprimere.
A livello concettuale invece c’è un legame con il primo album, una specie di filo rosso che li collega. Il primo parlava dell’incoscienza e del rimorso per le occasioni perdute, questo è il naturale seguito ed esprime la presa di coscienza e la conseguente reazione cinica e spietata al “pendolo tra noia e dolore” che è la vita, per citare Schopenhauer.
Avete iniziato a lavorare al disco svariati mesi fa: com’è andata la lavorazione?
La lavorazione è andata molto bene, ha preso molto tempo a livello di scrittura dei pezzi per il fatto che lavoriamo centellinando il parecchio materiale che arriva dalle jam session che registriamo in sala prove.
Capita spesso che ci troviamo, suoniamo una lunga jam di un’ora, ci facciamo un paio di birre e tutti a casa. La volta dopo si riascolta e si inizia a lavorare su un giro di basso, su un riff di chitarra o su di una parte di batteria.
Una specie di “spontaneous prose” Kerouaciana applicata alla musica.
Lavoriamo con molta calma, senza fretta, proviamo e riproviamo finché la canzone non è fatta e finita e ci convince al cento per cento, in modo da arrivare in studio di registrazione con le idee chiare sul da farsi.
Abbiamo registrato l’album in un paio di settimane, velocemente, quasi di getto, sfruttando tre o quattro giorni pieni e rifinendo il tutto nelle restanti sere.
Le canzoni erano pronte, provate e riprovate, volevamo dare peso all’immediatezza per cercare di far emergere le vibrazioni che potrebbe dare un concerto.
Come nasce “Retrokiller”?
Retrokiller in realtà è un pezzo del primo album rifatto in versione acustica per FREDDOCANE2.
Si pensava ad un possibile live unplugged, poi irrealizzato.
Io (Ivano) stavo strimpellando il giro di Retrokiller con una chitarra acustica accordata in Mi Aperto usando uno Slide (o Bottleneck che dir si voglia), Beppe ha preso in mano il suo basso fretless e Ale ha iniziato a fare questa stupenda base ritmica percuotendo solo il timpano.
Il tutto suonava molto “Blues Old Style” e, nello stesso tempo, molto “primitivo e primordiale”.
Il tutto ci è piaciuto parecchio, aveva molto a che fare con gli istinti animali e con gli archetipi Junghiani.
Sono rimasto piuttosto sorpreso dalla scelta delle due cover (“Across the Universe” dei Beatles ed “Everybody Hurts” dei R.E.M.): mi potete spiegare le motivazioni della scelta?
Sostanzialmente perché sono due pezzi fantastici, che amiamo in modo viscerale.
E poi perché sono due pezzi fantastici, cazzo! che amiamo in modo viscerale!
Rallentati per dare peso a parole che ti lacerano il cuore e il cervello.
L’incipit di “Across the universe” è: Le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta…
Cosa si può chiedere di più ad un testo?
Non ci resta che dire, a noi tutti, “vorrei averla scritta io”.
E poi…
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
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le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita in una tazza di carta ed il mattino ha l’oro in bocca
le parole defluiscono come pioggia infinita e Tutti soffrono… Qualche volta
Poi arrivò Jack Torrance con la sua ascia.