Qualche anno dopo l’ep di esordio, i Frozen Farmer portano il proprio country-folk al livello successivo con il disco Stay, impreziosito dalla collaborazione di Tim Sparks. Ecco la nostra intervista.

Potete raccontarmi la storia della vostra band?

Dunque, noi siamo nati alla fine del 2009.  La spinta iniziale per la nascita del progetto è arrivata dalle canzoni scritte da Francesco durante il periodo vissuto negli States, queste canzoni vennero poi arrangiate in studio e il lavoro di arrangiamento della band ha poi portato alla realizzazione di “EP” (Ghost Records-2011) che rappresenta l’ esordio discografico dei Frozen Farmer.

Dopo questa prima uscita discografica si è lavorato duramente alla preparazione del live e alla presentazione del nostro lavoro con varie esibizioni al nord Italia.

Nel frattempo la formazione è passata da quattro a cinque elementi, e gli arrangiamenti hanno vissuto una nuova fase di arricchimento e strutturazione, così come le nuove canzoni, che sono state sviluppate in modo più corale.

Con questa nuova formazione siamo arrivati a realizzare il primo Album full lenght intitolato “Stay” (Seahorse Recordings-2014/Audioglobe). La rgistrazione del disco è stata fatta alla Sauna Recording Studio. In questo momento siamo in fase di presentazione del nuovo cd con una serie di concerti.

Sono passati tre anni dal vostro ep d’esordio: come mai è stato necessario tanto tempo e quanto vi sentite cambiati da allora?

Dopo avere realizzato “EP”, ci siamo resi conto che non ci sarebbe bastato “replicare” semplicemente il metodo di lavoro adottato con la prima uscita discografica. Infatti, in vista della preparazione al lavoro per il nuovo disco,  volevamo che la registrazione, i suoni, gli arrangiamenti, i mixaggi e il mastering fossero più curati nei dettagli.

Questo tipo di lavoro ha richiesto tempo, e noi ce lo siamo preso proprio per rendere giustizia a quella che era l’intenzione iniziale e per potere valorizzare al meglio le nostre nuove composizioni.

Come band direi che un po’ siamo cambiati. Ora stiamo dando respiro alle atmosfere acustiche, cosa che quasi non esisteva nel primo lavoro. Per quanto riguarda la scrittura delle canzoni, nella maggior parte dei pezzi nuovi sono arrivati prima i testi e le musiche a seguire.

Inoltre in fase live abbiamo nuove sfumature rock e psichedeliche rispetto alle esibizioni di un paio di anni fa.

Vista dall’esterno la musica che si definisce per semplicità “country” può apparire piuttosto monolitica. Al contrario nel vostro disco si trovano influenze di svariati generi e si spazia dal folk a sonorità quasi jazz, agli influssi del western rock. Vorrei sapere quali sono i vostri artisti di riferimento e quali sono stati i
dischi che vi hanno influenzato di più.

A livello personale ognuno porta il proprio bagaglio di ascolti, e ognuno di noi infatti ha ascolti diversi, tutti riconducibili ai generi citati nella tua domanda tra l’altro, dunque hai fatto centro!

Tra gli ascolti e i riferimenti riconducibili a noi comunque c’è il Folk, che sia Indie-Folk dei Mumford & Sons o dei Fleet Foxes, o anche il Rock-Folk-Bluegrass-Country più tradizionale di Stanley Brothers, I Dillards, Byrds, Flying Burrito Brothers, Bill Monroe, Johnny Cash, CSNY…anche il Folk “britannico” dei COB, Famous Jug Band, Incredible String Band, Ralph Mctell.

Ci sono poi gli Humblebums, i Beatles, Frank Zappa, Captain Beefheart e molti altri.

Tra i dischi che hanno influenzato la band, i più rilevanti possono essere i  primi due LP dei Fleet Foxes, apprezzati per lo stile Folk con gli strumenti acustici, gli arrangiamenti, i cori vocali, ma anche per la spinta emotiva: vedere e sentire dei ragazzi che suonano e cantano con tanta passione e dedizione, può avere influssi positivi!

E anche “The late Great Townes Van Zandt”: una fonte inesauribile di testi di rara maturità e sincerità. E poi “Sigh no More” dei Mumford & Sons: dove il banjo e la grinta hanno il loro spazio!
Com’è nata e come si è sviluppata la collaborazione con Tim Sparks?

Abbiamo conosciuto di persona Tim dopo un suo concerto, siamo rimasti positivamente impressionati e da lì in poi ci siamo tenuti in contatto.

Una volta pronte le prime registrazioni del nostro nuovo cd, abbiamo pensato di mandargli delle canzoni da ascoltare chiedendogli se gli avesse fatto piacere partecipare al disco. Per noi sarebbe stato un sogno poter lavorare con una persona così adorabile e un musicista così rappresentativo nel mondo del Folk e non solo: ebbene, lui ha accettato rispondendo positivamente!

Da qui è nata la sua partecipazione all’album, precisamente lui  ha suonato la chitarra acustica in due canzoni, e il risultato finale è andato al di là di ogni migliore aspettativa.

La collaborazione comunque potrà avere continuità anche nei live a partire dalla prossima stagione di concerti.

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