L’intervista: Orfeo, una forma più credibile #TraKs
Si chiama Federico Reale ma, al momento iniziare la propria carriera da cantautore, ha scelto di farsi chiamare Orfeo, come l’eroe greco che con la propria voce commuoveva gli dei (ok, alla fine lo hanno anche smembrato le Baccanti, ma non stiamo a sottilizzare).
Non siamo ancora a livelli eroici, ma nel suo ep d’esordio Sangue ci sono motivi di interesse (qui la recensione). Lo abbiamo intervistato.
Mi puoi raccontare la tua storia fin qui?
E’ una storia per ora abbastanza breve nata un anno fa quando ho deciso di intraprendere il mio personale viaggio attraverso tutto quello che avevo scritto di mio pugno.
All’inizio ho dovuto prendere le misure della scrittura ma proprio come un viaggio dove si punta dritto verso le cose più belle la musica ha preso sempre più forma in un climax di coscienza e conoscenza, Orfeo a oggi ha una forma più credibile, più sostanziosa.
Il punto di arrivo non lo conosco, non vorrei limitare i miei pensieri neanche se scrivessi da 20 anni.
Ci puoi spiegare come sei arrivato a questo ep? Si tratta di canzoni scritte ad hoc oppure hanno origini differenti e sono nate in momenti differenti?
Devo dire la verità, i pezzi dell’ep sono nati tutti nello stesso periodo addirittura alcuni nello stesso giorno.
Come già detto sono arrivato all’ep tramite un processo creativo in divenire che è ancora in corso; credo che i pezzi infatti abbiano, nonostante la loro differenza , una cifra concettuale molto simile e questo è dovuto proprio al fatto di non aver lasciato tempo tra la creazione di un pezzo e l’altro.
Mi sembra che a livello sonoro tu abbia fatto scelte anche molto differenti canzone per canzone. Come nasce, per esempio, “Canzone dell’Erica”, che è più un pezzo “da band” rispetto alle altre?
Sì, hanno sonorità diverse anche se devo dire la verità non cosi diverse come sembra, abbiamo cercato insieme ai ragazzi dello studio dove ho registrato (BLEN NOISE STUDIO – FEDERICO BORTOLETTO E FILIPPO CORBELLA), di partire da una base acustica persino per la Canzone dell’erica per poi trasformare gli arrangiamenti in modo che però avessero sempre quel richiamo originale.
La Canzone dell’erica è proprio un pezzo da band, ma devo dire che è piacevole anche in acustico e questa è la fortuna di questo processo, i brani che anche sembrano meno adatti per un chitarra/voce sono in realtà nati per questo, il processo ha dato altre sonorità e arrangiamenti ma l’origine rimane forte.
Come al solito di fronte a un ep viene da chiedersi: è un inizio, oppure è da considerarsi un lavoro già “completo”? Anticipa un futuro album oppure è la fotografia di questo periodo, a cui ne seguiranno altre differenti? Hai già altre canzoni pronte?
Io credo che sia sicuramente un inizio e sì credo che anticipi un album ( anche perché mi sono divertito talmente tanto a registrare che vorrei subito mettermi al lavoro).
Credo però che qualsiasi cosa verrà sarà una fotografia di quel determinato periodo, mi piace questa immagine, sono abbastanza volubile e vorrei ricordarmi com’ero. Ho delle canzoni pronte, bisogna vedere se sono dei bei soggetti.