Già è difficile farne uno, figuriamoci tre: gli Ossi Duri sono usciti, qualche mese fa, con ben tre album insieme, Senza perdere la tenerezza tutto dedicato agli inediti, riCoverAti tutto di cover italiane degli anni Settanta, Frankamente tutto di cover di Frank Zappa.

Come ci si destreggia tra citazioni di Che Guevara, cover di Celentano, la debordante discografia zappiana, le collaborazioni eccellenti di Freak Antoni e di Elio? Lo abbiamo domandato a Martin, in rappresentanza della band.

Vorrei sapere come siete arrivati alla decisione di pubblicare tre dischi in contemporanea e come giudicate l’operazione con il senno di poi.

Dopo l’uscita nel 2009 di “Scadenza Perfetta” abbiamo dedicato le nostre energie in più direzioni non tanto per scelta ma, credo, più per curiosità. Ci siamo resi conto, dopo qualche anno, che avevamo un sacco di materiale da pubblicare ma non riuscivamo a metterci d’accordo su quale dovesse uscire prima e su quale investire economicamente. Così è nata la “brillante” idea di farli uscire tutti e tre contemporaneamente il giorno del ventennale della scomparsa del nostro mentore Frank Zappa che coincideva proprio con il ventennale della nascita degli Ossi Duri.

Comunque sia era l’unica strada che ci sentivamo di percorrere soprattutto perché i brani cominciavano a essere da troppo tempo in studio. Avevamo voglia di “vomitare” l’enorme banchetto di cui ci eravamo cibati negli ultimi anni.

Immagino che delle strategie di marketing vi importi il giusto, ma non c’era il rischio di fare un po’ ombra al vostro disco di inediti?

 Sì, siamo sempre stati consapevoli del rischio, anche perché è l’album a cui teniamo di più per ovvi motivi. Ma chi non risica non rosica, come si dice…

 Vorrei sapere come avete scelto le cover da includere in “riCoverAti”, posto che ci sono brani molto distanti come stile uno dall’altro (in effetti, a chi sarebbe venuto in mente di mettere insieme “Svalutation” con “Luglio, Agosto, Settembre nero”?)

La scelta è stata lunga e discussa soprattutto nella fase iniziale in cui dovevamo decidere quali brani “riCoverare” perché ci imbattevamo sempre in qualcosa di nuovo e interessante. Alla fine abbiamo scelto quelle che più ci piacevano pensando proprio di mettere insieme brani della stessa epoca, con stili differenti, ma che potevano essere stati scritti oggi. L’Italia di oggi nelle canzoni di ieri.

Le collaborazioni contenute nei tre dischi sono di grande prestigio, e ovviamente quella di Freak Antoni acquista ora uno spessore ancora più notevole. Potreste raccontarmi come è stato lavorare con lui, con Elio e con Ike Willis? AVete aneddoti in proposito?

Tre grandi artisti completamente diversi l’uno dall’altro. Freak era una grande. Quando lo abbiamo conosciuto non avevamo la minima idea di che tipo potesse essere. Noi lo ricordiamo come un genio della nostra epoca ed è stato un onore poter collaborare con lui.

Elio è una persona molto umile e di altissimo livello musicale. Ike è ormai diventato il nostro “Big Brother”. Lo conosciamo da quando avevamo 13 anni e ci ha dato molto nell’esperienza live.

Avete già del materiale pronto per iniziare il secondo ventennio della band?

Certamente! Magari materiale per altri tre dischi.

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