L’intervista: Plankton Dada Wave, finché siam giovani #TraKs
Vogliamo fare le cose semplici? Diciamo che i Plankton Dada Wave suonano tipo “Frank Zappa meeting ska-punk meeting XTC meeting Flaming Lips”. Ok, forse il mio concetto di semplicità va un po’ rivisto.
Fatto sta che Haus of Dada, ultimo lavoro della band varesina, è meritevole di attenzione. Tanto che li abbiamo intervistati.
Vorrei conoscere la storia della vostra band.
Eoni fa eravamo i Plasmon Powerpop, cover band atipica e già votata a fare della stramberia fine a sé stessa, poi arrivano i primi inediti, un nuovo nome e un ep (Banana Spleen) registrato in due pomeriggi senza curarsi troppo di suonare a tempo o di accordare le chitarre, distribuito online e fisicamente con l’ormai famigerato alluminium album, remixato e videoclippato a dovere.
Nel mentre calcavamo i palchi della provincia (raccogliendo insulti e minacce) e tentavamo di registrare un secondo ep un filo più aggraziato ecco che ci capita inaspettatamente di vincere Vasulpalco (rinomato concorso varesino) e quindi di avere un’etichetta e qualche soldino per registrare un ep fatto a nostra immagine e somiglianza: Haus of Dada.
C’è una certa attitudine punk-ska nella vostra musica. Eppure alcune evoluzioni mi fanno pensare a qualcuno che sta da tutt’altra parte, tipo Frank Zappa. Sono molto curioso di sapere che generi musicali ascoltate.
In realtà il punk-ska ce lo filiamo ben poco, quel chitarrino che ogni tanto vagola in levare è più un tentativo poco riuscito di avvicinarsi ai chitarrismi eleganti dei primi XTC o dei B-52’s, alcune delle nostre band culto assieme a Devo, Talking Heads, Duran Duran e compagnia wave, a noi piace la musica allegra e stravagante, non quei moscioni degli Smiths o dei Cure.
Ci piace il rumore della scena NoNY, il pop perfetto di M o Buggles e i suoni urticanti di Flaming Lips e Butthole Surfers, il punk cervellotico di Clinic e Wire, nel nuovo millennio adoriamo Polysics, Franz Ferdinand e !!!.
E ovviamente c’è un po’ di Zappa, imitato più nelle intenzioni che nel risultato, ogni stecca che non ci accorgiamo di fare è l’inizio di un nuovo arrangiamento.
Posta l’onnipresenza del “Dada” nel titolo e nel vostro nome (ma immagino sia un riferimento al Dadaismo, o almeno lo spero), come vi è venuta l’idea di “omaggiare” il Trio e “Da da da” all’inizio di “Le Gril”?
Be’, come avrete capito siamo un po’ retromani e nel periodo in cui registravamo l’ep avevamo per gli occhi e per le orecchie questo pazzesco live dei Trio (se qualcuno avesse da parte un microfono da collo come quello che usano lì ci contatti immediatamente) e avendo registrato quell’intro di batteria in cui s’incastrava perfettamente quell beat leggendario ci siamo scaricati una versione android della storica Casio VLTone: basta schiacciare “rock-1” ed eccoti Da da da.
Il dadaismo è chiaramente uno dei nostri cardini, cerchiamo di tradurre in musica quello che facevano Duchamp e tutti gli altri, il gusto per il nonsense e la provocazione, e chiaramente lo sbattersene altamente del gusto corrente che ci vorrebbe emo-shoegazers o Dio solo sa cosa.
Avete definito questo disco “un passo avanti nella nostra personale lotta sia al fighettume indie sia al machismo rockettaro”. Considerando che TraKs si vanta di attrarre fighetti, indie e no, machi, rockettari e anche qualcuno di più o meno normale (ogni tanto), mi spiegate come procede la lotta?
Siamo tra due fuochi. Da una parte i riccardoni, quelli che il rock è morto con Freddy Mercury, quelli che quando gli fai notare che un disco rock è brutto rispondono che è “pur sempre meglio di Xfactor”; dall’altra c’è l’indie pop da sfigati coi suoi problemi gravi del terzo mondo, gli emo-rocker adultolescenti che si disperano se lei visualizza ma non risponde, i critici con gli occhiali spessi che vanno ai dj-set trash perché li trovano finemente sarcastici.
Noi siamo lì in mezzo, finché siam giovani resistiamo ma abbiamo un disperato bisogno di soccorsi.
Mi ha incuriosito la scelta di vendere il disco soltanto in vinile e, tra l’altro su Bandcamp si può comprare anche la t-shirt: da dove nasce l’idea?
L’idea del vinile è di Ghost Records, e la sposiamo appieno. Dopo tutto l’ep si scarica gratis quindi chi vuole la versione fisica si prende un oggetto curato e vicino nel formato e nella pasta sonora alla musica che piace a noi; chi vuole il cd si scarica gratis gli mp3 e se li masterizza e dato che sono solo 17 minuti di musica può aggiungere qualche altro pezzo per non sprecare spazio.
La maglietta è stilisticamente vicina alla copertina e segue i trend di mercato di oggi: su Bandcamp se compri la maglietta il disco te lo regaliamo.
Se poi, ai nostri concerti, vieni al banchetto e per qualsiasi motivo non ti compri il vinile ti regaliamo una bustina di zucchero a mo’ di memento, così quando il giorno dopo avrai bisogno di un caffè per ripigliarti dalla sbronza ti ricorderai di noi.
Vada per la bustina, allora. Ed ecco lo streaming.
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