L’intervista: Playontape, alla ricerca di suoni rari #TraKs
I Playontape sono arrivati al secondo lavoro, The Glow, che a dispetto del titolo “splendente” è ricco di onde dark wave. Ecco la nostra intervista con la band.
Tre anni dopo “A place to hide” ecco il nuovo disco: che cosa è successo alla band in questo lasso di tempo?
Negli ultimi tre anni sono accadute tante cose all’interno della band, e per questo motivo la stesura e la composizione del nuovo album ha necessitato di una gestazione un po’ più lunga.
Paolo Del Vitto e da Daniele Spano, rispettivamente batterista e chitarrista, sono entrati a far parte dei Playontape già dopo la pubblicazione del nostro primo album nel 2011.
Avete fatto spazio all’elettronica in questo disco: che cosa vi ha regalato, secondo voi, e pensate che in futuro ne farete un uso più massiccio?
L’elettronica rappresenta un elemento molto importante nei nuovi brani, tant’è che in studio ci siamo sbizzarriti con l’uso di svariati sintetizzatori, campionatori e drum machine, molti dei quali sono rari pezzi analogici degli anni 70 e 80.
Per esempio in brani come The Glow e Behind The Sin abbiamo utilizzato la storica Roland TR505, una delle prime drum machine della prima metà degli anni 80, vecchi e rari suoni che al giorno d’oggi sembra difficile trovare.
Abbiamo lavorato tantissimo anche sulla ripresa reale dei suoni registrati. Stiamo già lavorando sui nuovi brani, e l’elettronica prenderà ancora di più una bella fetta del nostro sound.
Perché avete scelto Del Vitto come produttore e come vi siete trovati con lui?
Paolo ci ha seguito sin dal nostro esordio e tra noi quattro c’è ormai una amicizia e una complicità consolidata. Ci piace perché è un gran lavoratore, sempre prodigo di consigli e sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni. Siamo orgogliosi e soddisfatti di averlo nella band nella sua doppia veste.
Vorrei sapere perché avete scelto The Heat come primo singolo e come nasce la canzone.
Siamo convinti che il pezzo sia il più adatto del disco da lanciare come singolo apripista, e sinceramente i riscontri fino a questo momento sono stati molto positivi.
“THE HEAT” è un pezzo che affronta il tema dello scorrere del tempo, della vita e della morte, del senso di impotenza e solitudine che si prova nei momenti di debolezza.