Little Pieces of Marmelade, “Little Pieces of Marmelade”: recensione e streaming

Notato quanto siano passati di moda gli album omonimi? Ma c’è chi resiste, tipo i Little Pieces of Marmelade, duo power rock formato da Francesco Antinori (chitarra e cori) e Daniele Ciuffreda (voce e batteria). 

Entrambi originari di Filottrano, in provincia di Ancona, costituiscono la band nel 2015 e nel 2016 registrano il loro primo ep autoprodotto. La dimensione live è quella che da sempre rappresenta al meglio la band.

I LPOM, successivamente all’uscita dell’EP, intraprendono un lungo tour che li porta a suonare in tutte le Marche ed in giro per l’Italia. A dicembre 2018 entrano all’Alph Dept. Studio di Bologna per registrare il loro primo album sotto la direzione di Giacomo Fiorenza.

Little Pieces of Marmalade traccia per traccia

Non contenti di aver fatto un disco omonimo, i LPOM lo aprono anche con una canzone omonima, ancorché acronima (e poi dicono che gli studi classici non servono a un cazzo). Un brano piuttosto tirato e rumoroso, che sa un po’ di post rock ma anche di post grunge, con interazioni vocali interessanti.

Il panorama sonoro non cambia tantissimo con Ballan-Tee, appena più gridata, ma sempre molto massiccia. Scivola via invece molto agile Bitch (God is Sexy), che ha attitudini molto più punk, ma sa anche rallentare.

Inquietante e piuttosto serpeggiante, seppur basata su sonorità minimali, la seguente Pig Man, che si muove su terreni che fanno pensare a White Stripes e BRMC.

Con Akanè si incontra un momento di serietà a luci basse, per quella che a tutti gli effetti è una ballad, sentita e accorata.

Questioni lupesche quelle contenute all’interno di Lone Wolf, aggressiva e molto garage, oltre che piuttosto vintage.

Ritorna qualche istinto di marca punk soprattutto nel cantato di One Cup of Happiness, pur su basi da hard rock, e con un che di irridente nel cantato.

Si affida maggiormente alle sottigliezze, almeno nella prima parte, Crib, che invece poi ha un esito potente e tempestoso.

Il disco chiude con Man Killed by the Hero, che rallenta un po’ i ritmi ma gioca di echi e suggestioni psichedeliche.

Per quanto il rock sia ritenuto dai più fuori moda, è ancora capace di regalare dischi interessanti, divertenti e anche sorprendenti: questo dei Little Pieces of Marmelade è la conferma all’assunto, con un buon numero di canzoni potenti e capaci di colpire a fondo. La produzione di Fiorenza ne è presumibilmente complice, ma par di capire che anche il materiale di partenza fosse di ottimo livello.

Genere: rock alternative

Se ti piacciono i Little Pieces of Marmelade assaggia anche: Yellow Kings

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