Lm2o al Pantagruel: il report
Serata a base di jazz al Circolo Pantagruel di Casale Monferrato (Alessandria), con l’approdo del quartetto Lm2o, formula chimica comprendente la chitarra di Manuel Leccese, il basso di Riccardo Manachino, la batteria di Daniele Manachino e il sax di Enrico “Otto” Ottone.
L’aria è percorsa da minacce (poi mantenute) di pioggia ma nel piccolo spazio concerti del Pantagruel l’atmosfera creata dal quartetto è accogliente e quasi familiare. Dopo un inizio ritardato da qualche piccolo inconveniente “tecnico”, il quartetto inizia a prendere quota.
La sincronia ritmica non è immediata ma piano piano il discorso si fa denso e ricco. Il sax prende la scena sulle prime, passando poi la mano alla chitarra e quindi cedendo il proscenio alla batteria.
Il quartetto presenta i brani del cd di inediti Evidence, uscito l’anno scorso e basato su un’impronta di jazz tradizionale ma energico, innervato da buone dosi di blues e da qualche puntata nel funk.
Arriva presto il pezzo d’apertura del disco, I Don’t Know, ritmato e robusto fin dalle prime battute, su tinte né troppo scure né troppo chiare e con cambi di ritmo precoci; il discorso non smarrisce mai né il filo né il groove. Gli spazi per gli assoli o i virtuosismi sono molto limitati, con prevalenza del gioco di squadra.
Con Portrait of you i ritmi scendono un po’ e l’atmosfera si fa più notturna, ma senza esagerate. Si passa a un funky (“Senza troppe pretese” secondo l’annuncio di Leccese) ricco però di intensità e di solarità, con Funky Down.
La scaletta fin qui segue in modo pedissequo il ritmo dell’album, conservandone scansioni e respiri. Evidence, la title track, si plasma in modo efficace e con consistenza.
In Almost blues emerge qualche sapore più tradizionale e antico, insieme a coloriture blues, mentre il batterista sfoggia una maglietta che cita i fumetti e The Big Bang Theory contemporaneamente.
Per ogni giorno perduto, aperta dalla chitarra in isolamento, si rivela morbida e melodica, con venature nostalgiche. Ed è tutta la parte finale del set a virare verso il notturno, declinando quasi naturalmente su atmosfere più moderate.
Si chiude con la ninna nanna Rebecca Maria, la figlia del chitarrista, morbida ma senza perdere il gusto per la variazione, anche sorprendente.
Al netto di qualche sbavatura, il “viaggio musicale” degli Lm2o è ben direzionato, su binari senza dubbio classici ma con brani costruiti con competenza ed eseguiti sempre con buoni gradi di passione.
Pagina Facebook