I London Elephants sono una band indie nata sei anni fa tra le montagne altoatesine e oggi in movimento continuo tra Londra, Vienna e l’Alto Adige. In pochi anni hanno saputo creare interesse nel panorama austriaco e tedesco e sono stati invitati a partecipare a importanti
festival come ad esempio il FM4 Frequency Festival, uno dei maggiori festival austriaci.
All’attivo hanno un disco, Day that never comes, uscito nel 2012 e un ep di tre brani, Yet Unknown uscito a gennaio 2017. Ora è arrivato Plasma Vortex, nuovo disco da otto tracce, pubblicato da Riff Records.
London Elephants traccia per traccia
L’apertura è proprio Yet Unknown, che dava il titolo all’ep: un concentrato di influenze indie e shoegaze, contrassegnato da esplosioni improvvise e momenti più meditativi. Ignite ha un passo più contenuto, pur conservando caratteristiche rumorose.
Find your soul è altrettanto energica, ma ha un cantato leggermente più pop. Nil comprende il contributo di Ganesha, ad aggiungere una nota di sensualità vocale in più (non sfuggirà come Ganesha sia la divinità indù raffigurata come un elefante: perfetto connubio con i London Elephants, perciò).
Con l’introduzione di Hide Park si torna a temi vagamente psichedelici, procedendo poi verso lidi più tranquilli, per poi finire di nuovo in modo sofferto. Run procede più spedita ma senza rinunciare a tratti spiccatamente melodici, mentre Sight Eye si allunga su temi inquieti e aggressivi. Si chiude con Wasted Youth, pezzo saltellante e dai volumi alti.
Disco ricco di spunti, quello dei London Elephants. Sia nei pezzi più tranquilli, sia in quelli movimentati la band mette in campo una certa conoscenza dei propri mezzi, ottenendo un disco piacevole e consistente.