Saturno è il primo album di inediti de L’Ordine Naturale delle Cose, band indie rock di Parma. Dieci tracce in italiano costruite intorno alle esperienze quotidiane, alle suggestioni e ai ricordi che vengono distorti e riverberati negli strumenti, nelle voci e nelle parole, ricomponendosi in un universo sonoro eterogeneo.
L’Ordine Naturale delle Cose traccia per traccia
Si parte da Lisa, pezzo con caratteristiche dream pop particolarmente spiccate, ma anche con un drumming piuttosto serrato. Più variegato il menù che offre Fuzz Meteora, che inserisce anche il violino in argomentazioni che rispondono a impulsi più indie rock.
Iori invece apre con tastiere invadenti, presto affogate in un drumming risonante, in un gioco di contrasti cupo con qualche rimando ai Marlene Kuntz. Si gioca un tantino con gli echi e gli effetti, prima di far entrare un ritmo techno, con Cumulonembi, che emerge poi dalla tempesta sonora con linee più precise.
Dirupo parte dalla chitarra e affolla le casse di volumi alti. Derive psichedeliche si aprono a ventaglio a metà pezzo, disegnando orizzonti del tutto imprevisti. Dopo l’intermezzo Bfp, ecco Marea, che abbassa toni e ritmi, operando effetti di risacca sonora. Canzone di fine estate rimane languida, ma accentua gli effetti elettronici, mediati dal lavoro del basso, con ritmi in crescita.
Opaca fa riemergere le reminiscenze del lavoro di Godano e compagni, con il violino che ancora una volta regala una nota drammatica. La chiusura del disco è affidata a Saturno a caso, pezzo pensoso e allungato, che mescola un recitato inquieto con arie sonore in crescita.
C’è un po’ la tendenza a strafare, a livello sonoro, nell’esordio de L’Ordine Naturale delle Cose. Tuttavia la sostanza è presente e le canzoni per lo più buone. Corretti gli inevitabili eccessi del debutto, è più che probabile che la band saprà regalarsi soddisfazioni.