Uscirà il 14 dicembre per Garrincha Dischi l’esordio dei Loren, band fiorentina che si racconta così: “I Loren sono 5 ragazzi fiorentini legati indissolubilmente dalla birra Moretti da 66, dalla playstation 2 e dalle lunghissime discussioni inutili che terminano a notte inoltrata. Conservano gelosamente la tradizione, tutta fiorentina, di dividersi su tutto. Possono essere cugini, bianchi, neri, guelfi o ghibellini purché le discussioni continuino all’infinito. Nel breve tempo che rimane scrivono canzoni”.
L’album d’esordio omonimo dei Loren è il frutto di due anni di lavoro dei ragazzi fiorentini e degli incontri che ne hanno segnato e rivoluzionato il percorso. Il disco è composto da canzoni pop, alcune più impegnate e generazionali, altre più intime e personali.
I testi guardano alla tradizione della canzone leggera italiana anche contemporanea, mentre gli arrangiamenti alle grandi band internazionali pop/indie. Il tentativo è quello di non appiattire il linguaggio musicale in favore del testo e viceversa, cercando di far emergere al massimo l’identità di gruppo
Loren traccia per traccia
C’è un’ondata di indie pop che ti aspetta sulla soglia di Ci salveremo tutti, canzone calda ed espansiva, già presentata come primo singolo, con un cantato fittissimo e con un’ormai classica commistione tra cantautorato e pop.
Più dance Roland Garos (sì ma cazzo, ragazzi, con due “r” Garros), molto colorata e ritmata, ma anche con un finale brusco che lascia qualcosa in sospeso.
E forse in sospeso rimane un pizzico di malinconia, sviluppata meglio da Blister (ma non si parla di paracetamolo, per capirsi), un pezzo pseudoacustico molto intimo con qualche gioco di parole qui e là.
Oltre Oceano riapre la valvola e torna ad aumentare il volume, parlando di sogni femminili a volte superficiali (ma la risposta maschile: “Basta che togli i vestiti per essere felici” fa capire che anche lì la profondità non è che abbondi).
C’è anche Batistuta all’interno di un’energica Giganti, elettrica quanto basta, intrisa di una certa nostalgia ma non troppo malinconica, scelta come secondo singolo.
Soffitti prosegue nel discorso “energico” anche grazie a un drumming molto battente e ritmato.
Si ragiona un po’ di più in Sophia, brano quasi eponimo che ha cadenze irregolari e che si perde lungo geografie altrettanto poco lineari.
Ci si rimette a correre subito, del resto, con Psicosi, tra immagini famigliari e sensazioni più eteree, ma tenute a terra dal beat continuo.
Si parte tranquilli invece in Tutti fermi, che poi però si riversa sul dancefloor e assume tratti anche elettrici e acidi. In coda, ecco lo strumentale Tu ti fermi.
Hanno fretta, i Loren: si percepisce dal ritmo dei brani, spesso cantati senza prendere fiato. Ma è una fretta benefica, perché porta a canzoni veloci, a volte potenti, incalzanti. E a un disco godibile e intelligente.