luca d'alberto

Polistrumentista e compositore italiano, Luca D’Alberto ha molte esperienze in ambito cinematografico. Ma con Endless (qui la recensione) è approdato al primo disco pubblicato in maniera “indipendente” da lavori di soundtrack. Lo abbiamo intervistato.

Sei approdato al tuo esordio su disco con “Endless”: quali sono state premesse e ispirazioni del tuo lavoro?
Piccoli gesti, il movimento di un corpo… tutto può influenzare il mio lavoro compositivo, molto spesso parto da un’emozione vissuta che è impossibile da tradurre in parole. Amare la bellezza e non sottovalutare il quotidiano, questi sono gli input e le influenze che ho giornalmente, cerco di creare il mio personale vocabolario, trasformare immagini mentali in suoni e melodie.

Hai deciso di suonare in prima persona tutti gli strumenti del disco: perché questa scelta?

Perché da sempre lavoro in questa direzione, tutto nel bene e nel male deve essere toccato dalle mie mani, per restituire in modo genuino e puro la mia dimensione artistica. Credo che una delle particolarità del mio sound sia proprio in questo. Chi ascolta Endless sa che questo album è 100% pensato, suonato e registrato dall’autore.

Nonostante la tua attività a fianco del cinema sia molto cospicua, questo disco suona poco “cinematografico” e invece si intuisce la voglia di fare un album che stia in piedi da solo. E’ più o meno impegnativo scrivere senza avere film, danza o altre immagini da accompagnare?

Ovviamente sono due cose completamente diverse e come tali vanno affrontate. Un album è un album: musica per musica, la colonna sonora è la colonna sonora: musica che si approccia ad un’altra espressione artistica. Per me è importante creare in entrambe “le situazioni” musica che respira, una musica che appena conclusa riceva una risposta dal silenzio.

Endless esprime un colore del mio mondo musicale e ognuno è libero di vederci quello che vuole infatti a sole due settimane dall’uscita dell’album, molti dei brani di Endless sono stati utilizzati dalla CBS per la nuova serie TV “Salvation”, da ViceLand per la Serie TV “Weediquette” oltre che dalla Apple e Wimbledon.

A proposito, approfondiamo il concetto. Come dicevi due dei brani contenuti nel disco sono stati utilizzati per colonne sonore commerciali piuttosto particolari: il torneo di Wimbledon e l’iPhone. Che sentimenti provi nel vedere la tua musica associata a questo tipo di operazioni?

A questi livelli non si tratta di semplici spot pubblicitari ma di veri e propri piccoli capolavori ed è stato anche molto divertente diventare il protagonista musicale di queste grandi situazioni. Credo che le prestigiose case pubblicitarie di Wimbledon e della Apple non accordino la loro fiducia cosi facilmente.

Hai lavorato con il cinema, la danza, il teatro in tantissimi progetti. Quali sono le prossime attività che ti vedranno impegnato?

Il prossimo film di Costanza Quatriglio, altri progetti in giro per l’Europa dove firmerò la colonna sonora per le prestigiose installazioni di Saskia Boddeke & Peter Greenaway, ovviamente portare avanti anche il “filone” di video di Musica/Danza con le più grandi ballerine di danza contemporanea e classica della nostra era e tanti altri progetti che piano a piano svelerò, nel frattempo sto provando con il mio ensemble per la tournée e lavorando sul nuovo materiale.

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