Lucio Battisti, “Rarities”: Pensieri e Parole

Esce oggi, 25 settembre 2020, Rarities, una raccolta di versioni inedite e alternative, singoli, rarità e B sides di Lucio Battisti. La tracklist è di tutto rispetto: Pensieri e parole [Extended Version], Per una lira , Vendo casa, Le formiche, La spada nel cuore, La folle corsa,  Perché dovrei, La farfalla impazzita, Il mio bambino, Les jardines de Septembre, Toujours plus belle, Ma Chanson de libertè, La Colina de las Cerezas, Una Muchacha por Amigo, To Feel in Love, Only.

Ascoltando le varie tracce susseguirsi la voglia di scrivere una recensione classica, come se avessimo tra le mani, e nelle orecchie, una nuova uscita qualsiasi, è decisamente svanita. Rarities propone nuove sfumature, nuove sfaccettature, ma le emozioni sono quelle a cui siamo abituati. O meglio, sono quelle che conosciamo, ma a cui fare l’abitudine ancora non riusciamo. Almeno qui a TRAKS. Lucio Battisti ha rappresentato il giro di boa della canzone italiana: prima di lui svariate belle voci, grandi interpreti, ma uniformi. Dopo di lui le sbavature e le imperfezioni sono diventate parte integrante del costruire sensazioni, la musica ha smesso di essere semplicemente al servizio del testo ma diventa protagonista, spesso prendendo pieghe imprevedibili e sentieri poco battuti.

Chiunque si approcci alla musica nel 2020 ha sbattuto la testa e versato qualche lacrima di ammirazione sui dischi di Battisti, cercando di comprendere come si possa essere attualissimi e contemporaneamente morti da 22 anni. Non è roba da tutti.

Che cosa si può imparare da un artista del suo calibro? A non ascoltare chi crede di sapere tutto, per esempio. Gli esordi hanno visto un giovane Lucio combattere le critiche sulla sua intonazione, come se il non appartenere alla schiera delle grandi voci perfette fosse necessariamente un male. Invece di abbattersi, la reazione era quella di rispondere a colpi di emozione. Un pezzo forse non perfetto vocalmente, ma che riusciva a catturare il cuore, è sempre stato l’arma migliore per combattere chi non ci credeva (ancora).

Si può imparare la costanza nello studio: musicisti probabilmente si nasce, ma si riesce a diventare immortali solo non smettendo mai di impegnarsi. Spesso Mogol racconta delle lunghe sessioni di studio di Lucio, che arrivava ad ascoltare e suonare per 10 ore al giorno, senza mai mollare.

Si può imparare a non farsi risucchiare dal vortice del successo: l’atteggiamento schivo e la scelta di non apparire troppo in pubblico per timidezza, per difficoltà personali o semplicemente per attitudine hanno contraddistinto la carriera di Battisti. Oggi si potrebbe compiere la scelta di non cercare spasmodico consenso immediato, rimanere un passo indietro e studiare con attenzione ciò che si vuole proporre al pubblico. Molti sostengono che sia sufficiente attirare l’attenzione per poter considerare raggiunto l’obiettivo; Battisti insegna che essere ricordati per la propria arte nei secoli dei secoli dovrebbe essere il solo traguardo, e che ogni passo debba portare in quella direzione.

Si può imparare, infine, che la fragilità non è nulla di cui vergognarsi. Che amare è qualcosa di enorme, e che fare confusione sui sentimenti può solo portare a fare confusione su ciò che siamo veramente.