Nome d’arte di Davide Bolignano, Luframilia è un nuovo progetto che da Reggio Calabria scuote con il suo primo singolo L’Eremita Post Moderno, un dialogo con se stessi dal sapore rock, assistere al proprio conscio che comunica col proprio inconscio: insomma, un nuovo valido cantautore rock che si affaccia su una scena, quella fatta di parole urlate e chitarre elettriche, che sembra sempre più spoglia. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui riguardo alcolici, Star Wars, uteri mondiali e passati musicali.

Dal video possiamo dedurre che sei un fan di Star Wars?

Ahaha, si sono fan della saga. Abbiamo scelto di mettere dei gadgets di  Star Wars in scena insieme ad altra oggettistica un pò retrò, perché volevamo creare un piccolo immaginario che richiamasse gli anni ‘80, ‘90, a cui stilisticamente sono molto attaccato! Inoltre la citazione dell’universo di Star Wars calzava a pennello nel concetto di dualismo “buio – luce, lato oscuro della forza – lato chiaro della forza”, molto presente nel mio immaginario musicale, nel tentativo di fuga dai i due poli estremi, perché le sfumature in mezzo sono quelle a cui veramente dovremmo dare maggiore attenzione.

Che cosa intendi per “utero del mondo”? 

E’ una frase a cui sono molto affezionato, è scivolata dalla mia mente alla mia bocca in maniera molto naturale mentre scrivevo il testo della canzone. In questo caso l’utero di cui parlo è una sorta di “limbo”, in cui a volte ci possiamo trovare bloccati in attesa di andare oltre le nostre paure. Ci tengo a dire, che ho avuto proprio una sorta di immagine mentale mentre la scrivevo, come un ventre femminile che si sovrapponeva proprio alla figura della Terra, una specie di sinestesia concettuale!

E quali sono i sogni di plastica di cui parli?

Sono i sogni oscurati dal nostro buio interiore, bloccati dalle paure, dall’inerzia della nostra routine, che si mescolano a un mondo, così immerso nel caos artificiale, che dargli  una forma di un  materiale inquinante mi è sembrato quasi doveroso.

Definisci il tuo progetto con tre nomi di alcolici, e spiega la tua scelta. Ahah, bella domanda, allora mhhh… te li faccio in ordine,  Luframilia è senz’altro Vodka, perché ha radici in sogni giovanili,  e ha del “rock” dentro di sé; poi è Vino Rosso, perché è corposo di gusto, nei suoi suoni d’impatto, ma delicato di aroma, si mescola in sfumature più acustiche e intime, e poi è… mmhh. Sambuca semplicemente perchè è il mio super-alcolico preferito!

Presenti il tuo progetto? Come mai hai scelto questo brano per iniziare il tuo percorso?

Sì, Luframilia è un progetto che nasce nello spazio di una cameretta, nella mente di un post adolescente all’inizio di quest’ultimo decennio possiamo dire,  perché alcuni brani che finalmente oggi mi ritrovo ad aver messo in cantiere, hanno radici e prime bozze risalenti a svariati anni fa. Il percorso non è stato semplice, ma naturale, è cresciuto con me, e mentre il tempo andava  ho creduto sempre di più in ciò che componevo, sino a quando 2 anni fa ho sentito che era arrivato il momento di lavorarci sul serio, e ho iniziato un percorso di arrangiamento e registrazioni con  l’ingegnere del suono di Reggio Calabria, e mio amico, Alessio Mauro, che mi porta oggi a questo primo singolo, e video ( prodotto da Officine Alpha).

L’Eremita Postmoderno è il singolo che ho scelto come debutto, perché riassume sia nel significato, sia dal punto di vista sonoro l’atmosfera di quello che è il progetto Luframilia.

Ma è anche una canzone alla quale sono emotivamente attaccato,  è autobiografica  in  parte. E’ un brano che parla del sentirsi soli, eremiti di un mondo caotico, dove resistere è la forza a cui ci si aggrappa, nella voglia di un tentativo di evasione, una rivoluzione di noi stessi, distruggere tutto il mondo delle statiche paure, e perdersi nella ricerca della nostra verità.   

Cosa c’era nella tua vita musicale prima di Luframilia?

Fortunatamente ho avuto la possibilità di fare svariate esperienze musicali. Suono da anni in diversi progetti  già avviati, Ice Scream, Plug Out Head, nel ruolo di chitarrista e corista, e con loro ho potuto vivere tante situazioni che sono state veramente produttive per me. Luframilia è un po’ il figlio delle mie esperienze e influenze musicali, ma non è qualcosa che mi sforzo a interpretare, “un personaggio”, sono semplicemente io, ho scritto queste canzoni e ho sentito il bisogno di mettermi completamente in gioco, in qualcosa che non avevo mai fatto prima, a provare come lead – vocal, ho iniziato a prendere lezioni di canto, e la cosa mi sta piacendo molto, e sento che devo prendermi cura di questo figlio e farlo crescere!

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