Lyre: una sensazione necessaria alla mia vita

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Lyre, nome che sta a indicare progetto musicale di Serena Brindisi, enigmatica e misteriosa artista milanese che pubblicherà il suo disco di debutto quest’autunno – dal titolo Queer Beauties, dopo una lunga gestazione di sperimentazione e ricerca sonora. Nel frattempo, Send his love to me è un primo assaggio, una versione dilatata, disturbante, ossessiva, del brano di PJ Harvey, pubblicata venerdì 26 maggio.

Se proprio dovessimo incastrarti in un genere musicale, quale sarebbe?

Domanda difficilissima. Sicuramente elettronica. Forse, nel mio caso, più che genere, sarebbe più utile nominare le mie influenze. I mondi musicali che mi hanno formata… Album come Felt Mountain dei Goldfrapp, artisti come Portishead, Radiohead, Arca, FKA Twigs, Bjork e PJ Harvey.. c’è un forte incontro tra una tradizione trip pop, se vogliamo trovare un genere, e una ricerca del suono più attuale che ha permesso di poter creare atmosfere sonore ancora più ridondanti ed estreme, questa è un po’ la linea della mia ricerca musicale attuale.

Serena e Lyre litigano talvolta? Su cosa e, sopratutto, chi ha la meglio?

Se, in questo caso, per Lyre intendiamo il perfezionismo costante e l’ossessività che rischia a volte di avere la meglio durante un processo di creazione, posso dire che il conflitto tra me e questa parte di me molto severa ma fondamentale che chiede sempre di più e a volte non mi fa sentire all’altezza, è costante, quasi quotidiano… e a volte sfinisce non solo me, ma anche i pazientissimi collaboratori e le pazientissime collaboratrici con cui lavoro. Però, il momento in cui queste due parti, dopo lotte continue, trovano un’armonia, è indimenticabile ed è una sensazione necessaria nella mia vita.

Ci racconti com’è avvenuto l’incontro con Giuliano Pascoe (Pashmak)?

Mi stavo trasferendo a Milano, dopo aver vissuto a Edimburgo per anni, e stavo cercando inizialmente qualcuno che fosse interessato a collaborare con me per creare un live, partendo da miei brani, allora prodotti tra Bristol ed Edimburgo, ma mai pubblicati.. Una mia amica di Milano mi ha dato il contatto di Antonio Polidoro e io son subito andata a sentirmi la discografia dei Pashmak e sono rimasta molto colpita dalla produzione.

Ho scritto una email ad Antonio, mandandogli i link dei miei pezzi, chiedendo se fosse interessato e lui mi ha detto che non poteva ma che avrebbe girato tutto a Giuliano, dicendomi che era il produttore principale del gruppo e che secondo lui sarebbe potuta essere la persona giusta a cui chiedere.

Giuliano successivamente mi ha voluta incontrare , non per accettare una collaborazione per un live, ma per propormi di riprodurre tutti i brani insieme, per farli evolvere e trovare una sonorità più incisiva, avevendo intravisto un bel potenziale.

Io, che non ero mai stata contenta al cento per cento del risultato ottenuto dalle produzioni precedenti e per quello non avevo ancora pubblicato nulla, sono stata felicissima di accettare e vedere come si sarebbe sviluppata la cosa… ed è stata una collaborazione bellissima che ha portato a un risultato di cui mi sento soddisfatta e,per questo, ora finalmente sto iniziando a condividerlo .

E adesso? Prossimi step?

Mi sto preparando per fare uscire il mio primo inedito in autunno, e a seguire un video e il mio debut ep, nel frattempo continuo a scrivere e produrre cose nuove sperimentando nuove strade e appena possibile vorrei riprendere le prove (inerrotte causa covid) per poter presentare questo lavoro dal vivo, al meglio.

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