La Maleducazione Alcolica torna con Vele nere: undici brani inediti, quattro guest, il remake di un vecchio pezzo. Un disco ska/punk, come d’abitudine, che racconta di impavidi pirati e gentlemen dal bicchiere facile, d’avventure passate e di rotte ignote nelle acque agitate di questo grande villaggio globale.
Maleducazione Alcolica traccia per traccia
Dopo l’intro “sinfonica” di Open Fire, si comincia a correre con D’amore e di guai, che inizia il racconto con gli ingredienti abituali del genere: chitarra, energia, ritmi sostenuti e fiati. Fiati che si confermano e anzi folleggiano in Hit’n’run, su sfondi caraibici.
Lolita non sembra molto legata a Nabokov o a Kubrick, quanto a dinamiche pop divertenti senza essere avventurose. La title track Vele nere è uno strumentale con i fiati che si ergono a protagonisti quasi assoluti, con qualche retrogusto jazz-blues.
Si torna al cantato con Ora, canto di liberazione a ritmi elevati e con aggressività rock sparsa ma consistente. Cantato in inglese e spirito punk in bella vista per White Shoes, cui fa seguito Scrivilo sui muri, che si aiuta con un po’ di vernacolo sulle strade impervie e oscure segnate dal pessimismo.
Cuentame recupera lo spirito e il movimento, anche se non sembra animata da idee allegre quanto al testo. Rock ed energia, con qualche buon lavoro del basso, sono le linee base di Ancora qua. Con Join the party si torna a uno ska molto rapido e al testo in inglese.
Si corre a perdifiato e senza pause con Terra Madre, prima di prendersi una piccola pausa con l’intermezzo Last Dawn. Il disco chiude i battenti con Affondo, parte finale con un sapore piuttosto amaro.
Canzoni molto animate, come da tradizione, ma anche un buon filo logico da seguire, all’interno del nuovo disco della Maleducazione Alcolica.
Se ti piace la Maleducazione Alcolica: Matrioska