Terzo lavoro, ma primo full length, per i Malenky Slovos. Il nuovo Mood Swings propone un mix di tromba elettrificata, chitarre e synth, in una varietà di influenze: dalla new wave/post-punk al prog, al disco-funk, all’ambient. Il disco, che puoi ascoltare qui in streaming, propone tredici tracce più tre bonus track, con qualche sorpresa.
Malenky Slovos traccia per traccia
La partenza può riservare qualche inquietudine: Dead Mall si apre tra suoni acuti e una certa oscurità. Che però si plasma su ritmi rock-blues e su strutture consolidate, almeno finché la tromba non entra a cambiare il panorama.
Matterplay mette il drumming in evidenza, anche perché si costruisce in modo scarno. Poi il suono si arricchisce e la forza del brano cresce. Si prosegue con Mother Hurt, che spinge sulle sonorità electro, riportando alla mente lavori antichi dei Subsonica. Ancora una volta è soprattutto l’ingresso della tromba a fornire imprevedibilità al pezzo.
Whited Out sceglie strade più buie. Ma l’intensità drammatica del pezzo cresce man mano che i secondi scorrono. Home Movies decide di abbassare i toni e accetta un profilo più basso, almeno sulle prime. Poi il synth decide altre strade e allarga gli orizzonti del pezzo, che finisce per sconfinare quasi nello shoegaze.
Si passa poi all’acquaticità di By the River, cover da Brian Eno, sommessa e sussurrata. Il canto, i ritmi, la tromba, il senso di crescita triste fanno pensare anche a gruppi come Arab Strap o Mogwai. 17 words si appoggia su ritmi diversi e viaggia all’aperto. Qui l’influsso maggiore è quello della new wave, sempre con qualche traccia indie.
Antiquambience gioca con i synth, oltre che con il titolo. Il pezzo si rivela essere piuttosto robusto anche se non si esagera con l’aggressività. La rapida Small Town Paranoia viaggia via con ritmi moderatamente alti.
Knowledge base parte tranquilla ma poi rivela sorprese nel proprio percorso. Si procede con Lori, nuovamente oscura sulle prime, ma poi in grado di mostrare una struttura più complessa, quasi si trattasse di una mini-suite. Quasi a conferma dell’impressione precedente, ecco Nine Lives, che si inerpica su sentieri non estranei all’hard rock, con qualche cambio di ritmo e qualche influenza progressive.
Ci si butta sul melodico (e sul natalizio) con Santa got it wrong, sorta di favola nera con pianoforte. Si chiude con Pioggia di cenere, versione italiana di Whited Out proposta come bonus track.
Diciamo che un lavoro di cesoie sarebbe stato necessario per il disco, che include pezzi non sempre imperdibili. Ma la miscela sonora proposta da Malenky Slovos è interessante e molto varia.