Måneskin: la degustazione verticale

Li ami? Ok. Li odi? Ok uguale. Tanto ne devi parlare comunque e non c’è verso. I Måneskin stanno per pubblicare il loro nuovo album, Rush!, in uscita il 20 gennaio e quasi senza pensarci abbiamo deciso di dedicare loro la nostra nuova degustazione verticale, che a questo giro è verticale davvero, nel senso che stiamo pur sempre parlando di una band composta da quattro ragazzi appena oltre i vent’anni, che è nata nel 2016, che ha fatto X Factor nel 2017, che nel marzo 2021 si presenta a Sanremo con l’etichetta dei guastatori, di quelli che posso dare una sferzata rock al Festival per poi tornare nella nicchia di appartenenza.

Col cazzo, se ci si permette il francese: la nicchia l’hanno ribaltata e adesso sono di nicchia tutti gli altri. Personalmente sono molto più fan del loro management che della loro musica, ma sono assolutamente dettagli. I ragazzi suonano davvero, e le suonano a tutti. Vediamo come si è evoluto il fenomeno, con tre video cardine.

Torna a casa, “Il ballo della vita” (2018)

Che ne è stato di Marlena? E che ne è stato di questi Måneskin così sentimentali e drammatici? Torna a casa è un clip potente e ottimamente girato, anche se porta con sé elementi che ora sarebbero poco concepibili. Intanto l’attenzione è quasi tutta su Damiano, il resto della band è inquadrato a malapena, Victoria sembra una figura di contorno, Ethan neanche si vede. Le riprese a Villa Arconati con le ballerine classiche e la storia dolorosa raffigurata tracciano i contorni di una pop band dalle mille promesse, incamminata su un percorso fatto di molte ballad per convincere gli adolescenti. Anche se il momento più arrabbiato del video porta con sé visioni quasi psych rock che lasceranno eredità importanti nel percorso della band.

Zitti e buoni, “Teatro d’Ira Vol. 1” (2021)

Ecco, da qui in avanti ignorare i Måneskin diventa impossibile: Sanremo, Eurovision, Iggy Pop, Rolling Stones, Tom Morello e tutto il resto. Ma non siamo qui per fare l’elenco dei pur cospicui successi, perché quelli li conoscono tutti. Siamo qui per far notare, per esempio, che spesso si dice “per forza, sono sempre nudi”: nel video di Zitti e buoni, che ne certifica l’ascesa irresistibile sono ancora abbastanza vestiti, almeno considerando la media delle band e al netto di qualche pizzo e di qualche rete. Citano a piene mani dalla storia del rock (sicuramente gli Who, un po’ di Beatles e Bowie, altre suggestioni sparse) con un accenno di torbido nei primi piani strettissimi in rosso e un che di psichedelico nel piano sequenza, con gli sfondi colorati. Il clip porta già tutti gli indizi di una produzione curatissima e attenta a tutti i dettagli, il resto lo fa la canzone. A proposito, ma che ne è stato di Teatro d’Ira Vol. 2?

Supermodel, “Rush!” (2023)

Supermodel fa parte del cospicuo gruppo di singoli scelti per lanciare il nuovo album, anche se è uscito nel maggio scorso. E se si vedono in sequenza questo clip e Torna a casa si capisce come cinque anni nella vita di una rockband possano essere un periodo lunghissimo. Qui gli equilibri sono cambiati drasticamente, sia all’interno sia all’esterno. E di fatto siamo di fronte a un vero cortometraggio, con i quattro che si risvegliano dopo una notte di bagordi in una villa hollywoodiana per inseguire la Supermodel che ha rubato una misteriosa borsetta rossa, classico MacGuffin cinematografico. Niente Marlena, niente romanticismo, nessuna storia strappalacrime e anzi una certa ironia british (anche se c’è qualcosa di Tarantino e anche una scena fumettosa quasi da Sin City). Pronti per il resto della storia?

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