Manica, “La Faccia degli Dei”: recensione e streaming

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La Faccia Degli Dei è il primo ep autoprodotto di Manica: una manciata di canzoni incatalogabili, frutto dell’incontro artistico con Lorenzo Mazzilli (The Giant Undertow, The Johnny Clash Project). In un brano dell’ep, La libertà in questo paese, la partecipazione straordinaria e amichevole di Fabio Testoni Alias Dandy Bestia degli Skiantos.

Lo stesso Manica introduce questa nuova avventura così:

“Un progetto artistico si fa guardandosi soprattutto dentro e solo dopo si pensa al fuori, ma quando l’etica e l’estetica nel risultato coincidono è un successo a priori. La necessità, lo sfogo, il punk penso siano stati una componente fondamentale.

Penso che le canzoni che ho nella pancia e nel cuore e che in parte sono in questo disco sono il tentativo di cantare con onestà quello che mi succede intorno e dentro, con l’ambizione di riuscire a cogliere un momento e creare un dialogo con chi ascolterà il mio lavoro. Non volevo conformarmi a un genere e quindi ho tentato di mischiare le carte per raccontarmi divertendomi senza precludere la possibilità di sperimentare, sia per quanto riguarda i testi che la musica”.

Manica traccia per traccia

Con un atteggiamento particolarmente post-punk e un po’ di richiami velvettiani, La libertà in questo paese apre l’ep con un passo sostenuto e un testo che fa riferimento all’attualità ma anche a considerazioni molto più generali, con la partecipazione di Fabio Testoni alias Dandy Bestia (Skiantos).

Si fischietta un po’ invece ne La teoria dei buchi neri, che altrettanto si muove in sonorità da alternative rock anni Novanta, ma con parecchi svolazzi fantasiosi, soprattutto nel finale.

Marina e Ulay è la storia di un rapporto curioso, che si dipana con un sound un po’ notturno e un po’ ambiguo.

Ecco poi Parigi, più oscura sia nei toni della voce, sia nelle risonanze profonde del testo, con la chitarra che si impegna per scombinare le carte.

Si chiude con una cover di Marracash, quella di Parole chiave, riletta con una certa dose di energia e di elettricità e con un mood che più che all’hip hop sembra far riferimento ai CSI.

Molta originalità e letture personali quelle del rock alternativo da parte di Manica, che in questa manciata di canzoni si presenta in maniera decisa, con un magma di concetti riversati sul tavolo. Merita attenzione e magari un ascolto anche più approfondito nei prossimi episodi della carriera.

Genere: alternative rock

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