Manila: siamo figli del nostro tempo
Manila è un progetto che, dopo qualche anno di militanza nel panorama nazionale e numerose rinascite interne capaci di rigenerare idee e stimoli, è riuscito ad approdare al traguardo di un primo ep: Partenze racconta l’esordio di una band che ha appena staccato dalla linea di partenza ma pare avere gambe adatte a sostenere la sua personale corsa verso il futuro. Abbiamo fatto qualche domanda ai Manila per andare più a fondo.
Tre singoli ad anticipare la release di Partenze: una cinquina di brani che, a loro modo, parlano di distanza, rincorse, ricerche e sogni. Ci volete raccontare come avete lavorato all’ep?
Diciamo che lavorare all’ep è stato un tentativo di mettere insieme brani nati in periodi compositivi diversi. Nonostante ogni brano possa essere, come si è soliti dire per gli episodi delle serie tv, uno “stand alone”, per la creazione dell’ep abbiamo cercato un filo conduttore che unisse i brani tra di loro e pensiamo di essercela cavata abbastanza bene.
Come mai avete scelto la forma del “disco breve” per presentarvi alla scena? Era prevista la pubblicazione di un ep, oppure è stata una scelta successiva agli eventi?
Diciamo che avevamo da chiudere un cerchio iniziato l’anno scorso, quindi, insomma, era nell’aria. Per noi un ep è intanto un assaggio di quello che può fare un musicista, un biglietto da visita. Un album è sicuramente un qualcosa che richiede più tempo (e soldi ahaha) e lavorazione. Diciamo anche che avevamo voglia di far sentire al più presto cosa avessimo in cantiere, specie dopo aver avuto diverse date live quest’estate e… un album è comunque il prossimo impegno che abbiamo in agenda.
“Cuore in gola” ci aveva colpiti, qualche tempo fa, per la sua capacità di fondere insieme pop e ricerca aurorale: questo meltin’ pot di influenze si avverte in realtà in tutti i brani del disco, e viene quindi da chiedervi quali siano i principali riferimenti della vostra scrittura.
Ogni membro del gruppo ha diversi generi che gli stanno a cuore. I nostri brani possiamo dire che riflettono un po’ tutte queste anime diverse all’interno della band e cercano di metterle insieme, facendole convivere in armonia. Siamo anche un po’ figli del nostro tempo, dove ormai la musica è influenzata da moltissimi generi diversi e non abbiamo un principale punto di riferimento, ma sondiamo costantemente le sonorità del pop contemporaneo, italiano e non.
I brani, in qualche modo, sembrano parlare tutti di “addii”: c’è qualche aneddoto collegato alla scelta del titolo?
Esattamente, i brani raccontano “addii” (o “arrivederci”, chissà) tra personaggi che non sono riusciti a legare tra di loro, che comunque accettano questa cosa e se ne fanno una ragione. Le nostre Partenze invece sono collegate al nostro ingresso nel mondo musicale, del tipo: “ci siamo, si parte, abbiamo fatto i bagagli e abbiamo diverse strade davanti a noi. Quale sarà quella giusta?”
Oltre ai tre singoli già editi, avete pubblicato due nuovi brani ancora inediti. Vi va di raccontarceli?
Segnali possiamo dire che dipinga quasi un quadro incompiuto. Due persone che non sono riuscite probabilmente a capirsi o a esprimere in maniera corretta i propri sentimenti e le loro strade, inevitabilmente, si dividono.
Tra sguardi e bicchieri è la riflessione di un personaggio sul fatto di aver avuto a che fare con una persona che non ha il pieno controllo della sua vita e non sa che cosa voglia da quest’ultima. Una persona che deve ancora capire veramente chi sia e che impari a gestire meglio la propria vita.
In un tempo in cui tutto sembra essere diventato aereo e virtuale, voi da che parte state? Quali sono gli ingredienti che i Manila hanno individuato nella composizione della parola “successo”?
A noi, personalmente, specie con le situazioni che si creano suonando live, piace molto il riscontro “di persona”, ci piace sentire direttamente le persone cosa pensano di quello che suoniamo e come lo suoniamo. Però, allo stesso tempo ci dilettiamo molto anche nell’utilizzo dei social, che sono indispensabili al giorno d’oggi per ampliare il raggio di comunicazione, e ciò scatena anche la nostra fantasia nei modi di comunicare con chi ci segue e la parte che ci diverte di più è sicuramente annunciare le novità in arrivo!
“Successo” per noi rimane ancora una parola troppo grande che non ci appartiene, i nostri piccoli “successi” sono far piacere alla nostra cerchia ristretta di persone le cose che facciamo.
Salutiamoci, ma non prima di aver sbirciato un po’ nel vostro futuro: e ora, che succederà?
Ora dobbiamo continuare a valorizzare il nostro lavoro rimanendo costanti nella composizione di nuovi brani e nella musica live! Abbiamo sicuramente un album nella lista dei nostri prossimi impegni! A presto!