Marco Conte: brani come bolle di sapone
“Uno scrittore di canzoni”: Marco Conte si autodefinisce in questo modo e presenta il proprio progetto con questa intervista.
Ci vuoi raccontare chi è Marco Conte?
Marco Conte è uno scrittore di canzoni, un songwriter, come dicono i colleghi all’estero. Sono convinto che questo sia un altissimo compito da svolgere: i brani musicali sono lì pronti per nascere, nell’aria come bolle di sapone, e occorrono figure “demiurgiche” che le aiutino a nascere!
Le tue canzoni si muovono tra pop e rock. Hai un metodo di scrittura e di composizione oppure segui semplicemente l’ispirazione del momento?
Lavoro per ore e per giorni sperimentando tecniche nuove di composizione… Ma poi finisce sempre che le mie canzoni nascano dall’ispirazione del momento, sotto la doccia o dopo un caffè.
Sui media digitali troviamo alcune tue canzoni pubblicate nel corso del tempo. Ci vuoi raccontare un po’ di più di queste canzoni? Sono state tutte composte nello stesso periodo oppure arrivano da momenti diversi?
Ogni tanto riascolto i miei vecchi brani: sono fiero di quelle prime canzoni, così difettose, imprecise e così sincere. Ogni canzone è lo screenshot di un momento fondamentale della mia vita. A volte si va avanti, a volte si ritorna qualche passo indietro… anche musicalmente parlando!
Come nasce la collaborazione con Valeria De Gioia?
Amo far sentire le canzoni che sto scrivendo ad amici e collaboratori. Da tempo io e Valeria avevamo l’idea di realizzare un duetto. “Tienimi la mano” fu la canzone che più le piacque, le inviai la bozza del pezzo e lei immediatamente si mise a rielaborarla. Così è nata anche “Don’t let me down”, nata su Face Time da me e Ari Anna e pubblicata di recente sugli stores.
Ben due tue canzoni condividono il titolo e il personaggio, “Irene”. Ci racconti come nascono?
Purtroppo non sono capace di metafore e di giochi di parole: le mie melodie sono emozioni vissute, i miei testi storie reali. Per questo spesso, come fosse un appunto o un promemoria, do alle mie canzoni come titolo il nome della persona che le ha ispirate.
Tra le influenze citi personaggi molto diversi, come Guccini, Billie Joe Armstrong, Cremonini. Se dovessi sceglierne uno solo, chi sarebbe?
Sono personaggi che mi hanno insegnato l’amore, anzi il culto e la venerazione della parola. Magia e potenzialità di raccontare la vita vera. E inoltre artisti che dimostrano la capacità di essere se stessi a 360 gradi, superando cliché mode e presunto “buon gusto”. A doverne indicare uno direi il leader dei Green Day, fucina di canzoni ed esempio di inestinguibile passione musicale.
Quali saranno i tuoi prossimi passi da qui in avanti? A quando un album?
Un album direi mai: concepisco ogni canzone con un mondo, e pubblicarli come singoli mi dà il senso concreto di raccontare un momento della mia vita nella sua unicità e profondità. Il prossimo passo che mi piacerebbe compiere è liberarmi, nella scrittura e nella musica, di blocchi, pregiudizi e auto-limitazioni. Perciò probabilmente anche quello di non pubblicare un album!