Marco Parente, “Life”: recensione e streaming
Disponibile su tutte le piattaforme di streaming e in cd LIFE (Blackcandy Produzioni), il nuovo album di Marco Parente. A distanza di sette anni dalla pubblicazione del precedente lavoro discografico dal titolo Suite Love, il cantautore torna con un nuovo album. Quella delle persone che vivono e vanno avanti tutti i giorni, nonostante il sentore di assurdo e irrisolto che ronza nelle loro orecchie, quelle che sono abituate a tutto pur di esperire ogni cosa, dal dolore al piacere, dalle montagne russe dei sentimenti alla ruota del destino quotidiano. Ci si abitua a tutto questo e tanto altro, pur di non mollare e restare sulla giostra. Il nuovo progetto discografico full lenght di MARCO PARENTE , attraverso i dieci brani che lo compongono, parla di questo.
Spiega l’autore a proposito del nuovo album: «L’unica finalità di questo disco è se stesso! Le dieci canzoni che lo compongono sono come oggetti galleggianti e, anche se ne conosco e ne ho curato ogni singola molecola, non saprei raccontarne più la provenienza. Quindi solo che stanno a galla nonostante le forti correnti, il sole a picco, le navi alla deriva e le acrobazie dei delfini. Loro galleggiano, con una certa consapevolezza. Tutto qui ».
Marco Parente traccia per traccia
Atmosfere flautate e ragionamenti che si arrotolano su se stessi all’interno di Nella giungla, utilizzata come singolo d’apertura del disco ma anche per aprire il lavoro, conferendogli la possibilità di dipanarsi in modo morbido, ma anche costruito di piccole sensazioni appuntite.
Trovare il coraggio di sbagliarla, la Vita: la quasi title track ha lo stesso cantato gentile, ma accelera un po’ e arricchisce il discorso con il drumming e qualche basso in più. Errore e capacità di vivere si intrecciano in un testo che parla di miscugli e grovigli, benché le sensazioni dominanti siano tutte fluide, spesso risolte.
Gli archi furoreggiano (ok, forse si esagera con i verbi) all’interno di Lo spazio tra i personaggi, che ha un che di teatro e che parla di intelligenza e di ragione, facendo salire in plancia Shakespeare e anche un po’ di burla, mentre si contempla l’infinito.
Ok panico! si costruisce, oltre che sulla citazione cinematografica del titolo, su una nuova giungla di suoni che sulle prime sembra piuttosto buia, ma che poi si sviluppa in altezza e in larghezza, senza rinunciare a un po’ di senso di dramma.
Archi e bassi si fanno protagonisti anche in Amore molecolare, che rimbalza forte su idee sonore articolate. Ma le molecole sonore si affollano un po’ per volta, fino ad assembrarsi tutte insieme verso il finale.
Ritmi quasi rock per In mezzo al buio, leggermente agitata dalle chitarre, mentre descrive lo sguardo di una ragazza, e racconta sensazioni di nudità e fragilità.
I rintocchi, più che i suoni, del contrabbasso, introducono in modo cupo Ma quand’è che si ricomincia da capo?, giocata su equilibri sottili e contrasti.
Il gusto della via rimbalza forte ma indulge a dolcezze improvvise, ma anche a deviazioni sonore molto curiose. C’è un mondo che si apre a metà canzone, a sorpresa, con un che di tribale dentro.
Una specie di ballata come Mai solo parla di amore, concepito come antidoto contro la solitudine, mentre la chitarra esprime i propri concetti, affiancata dal pianoforte. Questioni di osservazioni e di amore vero si racconta in Bar 90, che chiude il disco. “Eppure proprio sotto casa mia/ci si sporca le mani col cuore“
Qui sotto scriveremo che se ti piace Marco Parente puoi ascoltare Niccolò Fabi, ed è vero, per certi versi. Però i paragoni più corretti sarebbero tutti internazionali (non è scorretto pensare a un Peter Gabriel nella fase matura, per esempio). Ma a prescindere dalle influenze, quello che emerge, di nuovo, sono le caratteristiche peculiari della produzione di Parente.
Che con cura certosina e pazienza costruisce canzoni e suoni precise e morbide, dotate di velluto e di metallo, pulite ma non fredde, vicine ma non appiccicose. Insomma un disco come non se ne sentono tanti, con moltissimo da dire e da offrire, soprattutto se si è propensi ad ascolti attenti e a lasciarsi conquistare dalla qualità.